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Channel: Cronache della Campania
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La “paranza dei bimbi” aveva realizzato una piantagione di marijuana nella chiesa sconsacrata del Santissimo Crocefisso.IL VIDEO

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ANTONELLA BATTISTA

Lo spaccio nella zona di Forcella e della Maddalena controllato dal cartello di clan del centro storico di Napoli noto come ‘paranza dei bimbi’ e’ al centro di una inchiesta che ha portato a 20 misure cautelari. Il gip di Napoli aveva disposto il carcere per 15 indagati, a 5 aveva concesso il beneficio dei domiciliari e un indagato era destinatario di un divieto di dimora. I reati contestati sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di droga. L’indagine traccia un altro spaccato dell’ascesa del cartello e della sua contrapposizione con il clan Mazzarella, cui sta sottraendo il controllo degli affari illeciti nel centro del capoluogo campano. Nel mirino dei pm le ‘piazze di spaccio’ nella zona tra via Atri, piazza San Gaetano, via San Gregorio Armeno e il Duomo. Il padre dei baby boss, dicono i pm, insieme ad Alessandra Riccio, Salvatore Cedola e Antonio Esposito controllava l’attivita’ e assicurava i rifornimenti ai titolari delle ‘piazze’ tra cio Domenico Giaquinto. Interi nuclei familiari, secondo una struttura tipica della camorra, erano coinvolti nello spaccio, e alle donne era demandato lo smistamento e approvvigionamento di cocaina, hashish e marijuana. Nel corso delle indagini, arrestati diversi corrieri. Le intercettazioni hanno permesso anche di sequestrare una piantagione di marijuana realizzata dal cartello in una chiesa sconsacrata del ‘700, quella del Santissimo Crocifisso nel rione Sanita’.  Durante le indagini è stato scoperto che la droga veniva consegnata dai pusher anche “a domicilio”. Quel primo blitz contro la “paranza dei bimbi” determinò un cruento scontro con la famiglia camorristica dei Buonerba, vicina al clan Mazzarella (quello che la paranza era riuscita a cacciare dalla “Duchesca”, da Forcella e dalla Maddalena), la quale voleva approfittare della “pulizia” fatta dalle forze dell’ordine per imporsi ed eliminare a colpi di pistola ciò che rimaneva delle famiglie Sibillo, Giuliano, Brunetti e Amirante. La Polizia di Stato mise a segno un’altra operazione, il 7 agosto 2015, durante la quale vennero assicurati alla giustizia undici componenti dei Buonerba, gruppo particolarmente feroce che aveva la sua base in via Oronzo Costa, strada che i vertici del clan volevano ribattezzare “vicolo della morte”. Il blitz di oggi, quindi, può essere considerato la terza fase dell’operazione messa in campo da Direzione Distrettuale Antimafia e Polizia di Stato per azzerare i fermenti criminali nel centro cittadino culminati in parecchi omicidi e numerose “stese”, plateali rappresentazioni di forza della camorra con colpi di pistola in aria e cortei di moto rombanti per le strade dei quartieriDa quando i loro mariti, fidanzati e capi erano stati arrestati, avevano assunto un ruolo di primo piano all’interno del cartello di clan che opera al centro di Napoli. La cosiddetta ‘paranza dei bimbi’ si stava via via trasformando nella ‘paranza delle donne’. Ed e’ stato il gip del tribunale di Napoli, Dario Gallo, a firmare l’ordinanza di 380 pagine che racconta come nel gruppo formato dalle famiglie Sibillo, Giuliano, Amirante e Brunetti, che gestisce le ‘piazze’ dello spaccio di sostanze stupefacenti tra Forcella e i Decumani, abbia cambiato pelle. Tra i 20 in manette (un indagato e’ stato preso in tarda mattina, ndr.), arrestate tre donne che “avevano assunto un ruolo di spicco al pari di quello degli uomini”, scrive il gip, anche in funzione “della mutazione delle piazze di spaccio che da luoghi fissi sono diventati mobili”. Ovvero non si spaccia piu’per strada ma a casa o addirittura a domicilio. Antonella Battista, per esempio, aveva il ruolo di custode di cocaina, hashish e marijuana alle dipendente dei fratelli Sibillo. Custodiva la droga per distribuire ai ‘clienti’, c’e’ scritto nel capo di imputazione. Veronica Raia invece gestiva la droga da distribuire ai vari fornitori e infine Anna Avolio che invece era addetta alla vendita. Le sono contestati oltre trenta episodi di spaccio di sostanze stupefacenti.

(Nella foto antonella battista)


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