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Terzigno: la banda delle false residenze preferiva astice e aragoste invece dei soldi

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comuneterzigno

Aveva timore di essere intercettato il consigliere comunale di Terzigno, Giovanni Tomassi, finito agli arresti domiciliari ieri nel blitz per le false residenze ai cittadini cinesi  della Procura di Nola e denominata “Ombre Cinesi” con 13 indagati e   8 misure cautelari tra domiciliari e obbligo di firma L’organizzazione delle false residenze nei comuni vesuviani e in modo particolare a Terzigno e san Giuseppe Vesuviano oltre che dal consigliere comunale Tommasi era gestita dal  vigile urbano Francesco Del Giudice (63 anni) e l’ufficiale dell’anagrafe del Comune Anna D’Ambrosio (62 anni). Giovanni Tomassi  nel corso di una telefonata  intercettata rimprovera un certo Chen: “Non parlare per telefono, non mandare whatsapp. Dobbiamo parlare da vicino”. E di fronte ad un riferimento troppo esplicito risponde piccato: “Che faccio, vendo carte di identità io?”. ma dall’indagine  e dalle intercettazioni emergono non solo le responsabilità dei tre e degli altri complici ma anche uno spaccato familiare dei tre molto particolare perchè tutti gradivano astice, aragosta e buste cariche di spesa invece dei soldi. Ecco alcuni stralci delle telefonate. Dopo la consegna delle false residenze Tomassi chiama a un orientale e chiede: “Tra quanto ci vediamo? Mi serve l’astice”. E ‘altro risponde: “Tra venti minuti ti porto casa tua”.  Un impiegato del Comune  di Terzigno ha spiegato ai carabinieri  che “…un cittadino italiano mediamente per ottenere la residenza a Terzigno deve aspettare circa una settimana. Una corsia preferenziale, che si basava tutta sull’asse tra il consigliere comunale Tomassi e la funzionaria D’Ambrosio…Se la D’Ambrosio prendeva un giorno di ferie, il Tomassi non veniva… ci sono i procacciatori di clienti. Arrivano a portarli da Prato e poi a farli ripartire nel giro di 24 ore, con un taxi privato: basta un passaggio all’ufficio anagrafe e il gioco è fatto”. Il meccanismo era semplice: per ogni abitazione all’anagrafe del Comune di Terzigno venivano certificate decine di residenze, che il vigile fingeva di verificare con falsi verbali di accertamento.Numeri impressionanti, quelli controllati dai carabinieri diretti dal maresciallo Adolfo Montagnaro: circa 650 cinesi risiedevano in sole 54 abitazioni, una media di dodici cinesi per ogni casa, con picchi di 31 e mai sotto i nove.


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