Castellammare. Processo Sigfrido bis: il Comune di Castellammare si costituisce parte civile contro il clan D’Alessandro. Venti anni dopo l’inizio dell’inchiesta e i primi arresti e dopo un annullamento delle condanne da parte della Cassazione, il processo torna ai nastri di partenza dinanzi ai giudizi del Tribunale di Torre Annunziata, presidente Anastasio. A sostenere l’accusa il pm della Dda Claudio Siragusa che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per Ciro Avella, Raffaele Di Somma alias ‘o ninnillo boss di Santa Caterina detenuto da anni, Ugo Lucchese, detenuto, Antonio Nocerino, Carmine Caruso alias Meniello, Maurizio Del Sorbo e Giovanni Imparato. L’antimafia nel corso della prima udienza ha chiesto che il procedimento venga riunito a quello nei confronti di Francesco d’Assisi Apadula, Antonino Esposito Sansone, Luigi Vitale, Antonio Rossetti, Alfonso Sicignano e Ciro Castellano. Sulla costituzione di parte civile e sulla riunione per motivi di economia processuale dovranno esprimersi i giudici che scioglieranno la riserva nel corso della prossima udienza. Per le stesse accuse scelsero il rito abbreviato nella fase preliminare del processo due big della camorra stabiese Luigi D’Alessandro junior, secondogenito del defunto Michele, e Antonio Elefante alias muzzarella che furono condannati a 12 anni di reclusione. Per tutti l’accusa è a vario titoo di associazione camorristica finalizzata ad estorsioni, armi e droga. Già nel primo processo avviato nel 1999 il Comune di Castellammare di Stabia si costituì parte civile contro i boss di Scanzano, ma la Cassazione nel 2010 spazzò via undici anni di udienze per un problema procedurale di competenza territoriale per la celebrazione dell’udienza preliminare, tenutasi presso il tribunale oplontino anzichè a Napoli, sede della Distrettuale antimafia. Ora la giustizia ci riprova.
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