La Cassazione ha stabilito che il boss Pietro Papale deve restare in carcere. E’ accusato di essere uno dei due mandanti dell’omicidio di Giuseppe Serra, “Peppe ’o svizzero”, ex boss della Nco di Cutolo negli anni settanta e ucciso a Torre del Greco il 6 giugno del 2007 dopo ben 25 anni di carcere. E’ stato il racconto del pentito Raffaele Di Matteo, alias“Lelluccio ’o pistone” ad inchiodare il boss Papale e gli altri complici. Ovvero Bartolomeo Palomba, Sebastiano Tutti, Pasquale Grazioli e Francesco De Blasio anch’egli oggi collaboratore di giustizia. Il clan di Gioia-Papale temeva che Serra una volta uscito dal carcere dopo 25 anni potesse rimettere le mani sulla gestione degli affari illeciti nella zona, spodestandoli. E così si decise di convocarlo nel fortino dei Di Gioia di corso Garibaldi e ucciderlo. ecco cosa ha racontato il pentito Di Matteo agli investigatori: “…di tale omicidio ne seppi già prima che venisse consumato. All’epoca ero vicino a Sebastiano Tutti, a sua volta vicino a Pietro Papale. Sebastiano Tutti e Pietro Papale ne decretarono quindi la morte. Bartolo Palomba in carcere mi raccontò che il giorno dell’omicidio la vittima venne convocata da Titore per una finta riunione sulle palazzine di San Gennariello con Sebastiano Tutti e Francesco De Blasio. Quando la riunione terminò vi erano ad attenderli Bartolo Palomba, che sollecitò la fine della riunione per far scendere la vittima”. E quando Serra si mise in sella alla sua moto per andare via fu inseguito e ucciso con cinque colpi di pistola esplosi con un’arma da guerra.
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