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Channel: Cronache della Campania
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Ritrovata in serata a Roma la ragazza scomparsa da Boscoreale

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rachele noto

E’ stata ritrovata in serata a Roma, la 23 enne Rachele Noto, la ragazza scomparsa da Boscoreale lunedì scorso. Si trovava a Roma ed è stata riconosciuta dai poliziotti. La ragazza è stata fermata e ha acconsentito di telefonare ai genitori che si sono messi subito in viaggio per riportarla a casa. La giovane residente a Boscoreale in via Giovanni XXIII si era allontanata senza portare con se ne documenti, ne soldi. Con lei forse solo il cellulare ma con credito esaurito .


L’ex “Primula rossa ” della Nco, Pasquale Scotti, trasferito nel carcere di Rebibbia

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pasquale scotti

Sta per essere trasferito nel carcere di Rebibbia, a Roma, Pasquale Scotti, la primula rossa della vecchia Nco di Cutolo, sbarcato in mattinata a Roma all’aeroporto di  Fiumicino con  un aereo proveniente dal Brasile. Scotti, uno dei più pericolosi esponenti della Nco cutoliana, condannato per omicidio volontario e concorso in omicidio volontario, deve scontare una pena di 30 anni di reclusione. E’ stato catturato nel maggio 2015 in Brasile.Scotti e’ stato per anni il braccio destro di Raffaele Cutolo, capo della Nuova camorra organizzata, che negli anni Ottanta scateno’ una faida contro la Nuova Famiglia costata centinaia di vittime.Si era sposato con una brasiliana e aveva avuto due figli. Si faceva chiamare Francisco de Castro Visconti, imprenditore di successo con gestione di numerose attività, tra società di servizi e ristoranti.Scotti era ricercato dal 1985, per omicidio ed occultamento di cadavere ed altro. Dal 1990 invece sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini dell’estradizione. Il superlatitante si nascondeva a Recife: ed è lì che gli uomini della Squadra mobile di Napoli, coordinati dai primi dirigenti Fausto Lamparelli e Lucio Vasaturo, lo catturano. Scotti era in una panetteria mentre stava comprando i dolci. Il suo nome faceva parte dell’elenco dei dieci super-ricercati inseriti nella lista delle «primule rosse» stilato dal ministero dell’Interno. Scotti deve scontare diversi ergastoli per omicidio, estorsione e vari altri reati associativi. Iniziò la propria «carriera» criminale come killer: era uno degli uomini del commando di fuoco della Nco capeggiata da Raffaele Cutolo.Nel tempo ne fece, di strada, fino a diventare un boss temuto e rispettato. Le indagini tese alla sua cattura non si erano mai interrotte. Ultimamente il fascicolo era coordinato dai sostituti della Direzione distrettuale antiimafia di Napoli Ida Teresi e Marco Del Gaudio. A incastrare Scotti è stata la comparazione delle impronte digitali.

Scafati, Alfonso Loreto si pente e inguaia politici e camorristi

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Scafati. Si pente Alfonso Loreto e inguaia politici e camorristi. Alfonsino, figlio di Pasquale Loreto, storico collaboratore di giustizia di Scafati segue le orme del padre dopo essere stato incastrato dallo stesso genitore. I carabinieri del Reparto Territoriale, coordinati dai pm Giancarlo Russo e Maurizio Cardea, stanno già lavorando alle sue dichiarazioni in parte già riscontrate nell’inchiesta che ha portato all’arresto proprio di Alfonso Loreto e dei rampolli della famiglia Ridosso. La decisione del 30enne scafatese è arrivata a metà febbraio, dopo che i giudici del Tribunale del Riesame hanno accolto l’appello dell’antimafia per l’aggravamento delle accuse a carico di Loreto e dei componenti del clan di cui faceva parte, accusati di associazione per delinquere finalizzata ad omicidi, estorsioni e usura. Alfonso Loreto inguaia camorristi ma anche amministratori pubblici e imprenditori. Colletti bianchi che hanno avuto legami con il gruppo criminale che dagli inizi degli anni 2000 si contende il controllo del territorio a Scafati. Tangenti, scambio di voto, appoggi elettorali nelle ultime campagne elettorali da parte dei clan che agiscono sul territorio sono alcuni degli elementi forniti da Alfonso Loreto all’antimafia.

Per i familiari del collaboratore di giustizia, finito sotto protezione, sono scattate le misure di sicurezza e sono stati trasferiti in località protetta. Alfonso Loreto aveva abbandonato nel 1998 la località protetta in Toscana dove viveva con il padre e la sua nuova compagna e con la zia Enrichetta per ritornare a Scafati e seguire le orme del padre. A spingere per il suo pentimento era stato proprio Pasquale Loreto che con le sue dichiarazioni aveva permesso all’antimafia di scoprire i suoi affari loschi. Secondo la Dda, lo stesso pentito guidava i giovani rampolli dalla località protetta e dava indicazioni per mettere a segno estorsioni e usura, in collaborazione con Romolo Ridosso e i suoi figli.

La Cassazione conferma il fine pena mai per Afeltra e Petrucci, i killer del giovane veterinario di Santa Maria la Carità

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E’ defintitiva la condanna al fine pena mai per per Violanto Petrucci, 31 anni, e Ciro Afeltra,di 34, entrambi pregiudicati e residenti nella vicina Pimonte per aver ucciso nel corso di una rapina giovane veterinario Carlo Cannavacciuolo, 27enne la sera tra il 4 e il 5 novembre 2011 nelle campagne di Santa Maria la Carità. Lo ha stabilito la Cassazione che rende quindi defintiva la condanna nei confronti dei due assassini. Il giovane veterinario era in auto appartato con la fidanzata Carmela di 24 anni. Erano nella Fiat Panda di proprietà del papà della vittima in via Ponticelli a Santa Maria la Carità quando arrivano i due banditi a bordo di una Renault Clio di porprietà di Afeltra avevano il volto coperto da calzamaglie: In pochi secondi si scatenò la furia omicida: prima presero a pungi i due finestrini sfondandoli e quando Carlo accennò a una reazione cercando di fuggire e mettere in moto l’auto fecero fuco uccidendolo con due colpi. Grazie alle riprese video della zona e ad alcune tesimonianze, comprese quelle della fidanzata furono subito individuati ed arrestati. Confessarono e fecero trovare le armi utilizzate. Ieri la sentenza definitiva: fine pena mai per Violanto Petrucci e Ciro Afeltra.

 

 

(nelle foto da sinistra  i due killer Ciro afeltra e  Violanto Petrucci e la giovane vittima Carlo Cannavacciuolo)

Somma Vesuviana: aiutò il fidanzato militare ad uccidere la coppia a Pordenone. Lunedì sarà interrogata Rosaria Patrone

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patrone-ruotolo

E’ stato fissato per lunedì mattina alle 9, in Tribunale a Pordenone, l’interrogatorio di garanzia di Rosaria Patrone, la studentessa di 24 anni di Somma Vesuviana  accusata di favoreggiamento nei confronti del fidanzato Giosuè Ruotolo – che deve rispondere dell’omicidio dei fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanza ed è rinchiuso nel carcere di Belluno – e per questo è sottoposta agli arresti domiciliari da lunedì sera. A rendere noto l’appuntamento è stato il difensore della donna, l’avvocato Costantino Catapano, il quale ha anche respinto ogni addebito per la propria assistita e ha annunciato eventuale ricorso al Tribunale del Riesame di Trieste.

(nella foto rosaria patrone  e giosuè ruotolo)

Napoli: la doppia vita del vigile ucciso. Aveva ricevuto una richiesta di rinvio a giudizio per estorsione con il clan Mallardo di Giugliano

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manlio barometro

Dietro l’uccisione a Ponticelli di Manlio Barometro ci sarebbe la mano della camorra. Ne sono convinti alla Squadra mobile di Napoli  che stanno conducendo le indagini sull’omicidio commesso nella serata di martedì in via Fratelli Grimm a Ponticelli. La famiglia per bocca del fratello Antonio chiede di non infangare il suo nome e che la camorra “non c’entra nulla con il suo omicidio”. Ucciso perché “forse aveva detto qualche parola di troppo per la sua disponibilità”. Ma gli inevstigatori stanno imboccando un’altra pista. Uno scenario complesso dentro il quale muoversi per trovare la soluzione. si scava enlla sua vita, si trovane le ombre come quella dell’inchiesta del sostituto procuratore Maria Cristina Ribera della Dda di Napoli su un presunto giro di estorsioni nel Giuglianese, con il potente clan Mallardo. Una brutta storia per la quale il vigile era stato accusato del reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso.Barometro era finito nell’inchiesta, il suo nome era stato iscritto nel registro degli indagati e qualche giorno fa la Procura gli aveva notificato un avviso di conclusione delle indagini, con contestuale richiesta di rinvio a giudizio. I vertici della Polizia municipale, portati a conoscenza del fatto, avevano anche predisposto un provvedimento di sospensione dal servizio per dieci giorni. Non a caso il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, nel commentare l’episodio ha dichiarato: “Mi sembra un agguato di chiara e indubbia matrice camorristica. Il poliziotto municipale era interessato da un significativo procedimento disciplinare per tematiche legate al passato che non attengono all’omicidio e che erano note al Comando”. Marilonino il vigile tra l’altro fu coinvolto in una rissa mentre si trovava all’esterno della stazione della metropolitana di Scampia. Venne alle mani con alcune persone e quando sul posto intervennero i carabinieri ed alcuni caschi bianchi in servizio, disse loro: “Sono anch’io un vigile, e se è successo questo è a causa di un fatto di soldi”. Troppe ombre quindi per non convicersi che Barometro sia stato ucciso per mano della camorra.

 

Giornata del rene gli appuntamenti a Castellammare, Pompei e Scafati

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Castellammare, Scafati, Pompei, le tre città in Provincia di Napoli che domani ospiteranno i banchetti per la Giornata Mondiale del Rene. Prevenzione e cura a partire dalla più tenera età.  A Castellammare l’appuntamento è per domani dalle 9 alle 15 in piazza Matteotti. A Scafati, invece, l’appuntamento è per i giorni dal 10 al 12 Marzo in via Martiri d’Ungheria dalle 9 alle 15 a Pompei dal 10 al 13 Marzo presso il Centro Commerciale “La Cartiera” dalle 9 alle 18

Santa Maria Capua Vetere, faida tra i Bellagiò e i Fava: tre arresti della Dda

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 I carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, coordinati dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, stanno eseguendo un ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 indagati, ritenuti responsabili di porto in luogo pubblico di arma da fuoco, con l’aggravante del metodo mafioso. L’indagine, condotta dal mese di settembre 2013 a gennaio 2015, riguarda la faida tra le famiglie criminali Fava e Bellagiò, legate al clan dei Casalesi e al clan Belforte, per il controllo dei traffici illeciti nelle piazze di spaccio di Santa Maria Capua Vetere, e comuni vicini. Ha consentito, tra l’altro, di far luce sulle intimidazioni armate poste in essere dai destinatari dell’odierno provvedimento cautelare.


Olio, sottaceti e dolci adulterati: sequestri dei Nas a Giugliano, Villaricca e Marano

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Generi alimentari contraffatti o in pessimo stato di conservazione, ieri l’operazione dei Nas in provincia di Napoli e lungo la circumvalazione esterna. I militari sono intervenuti, in particolare, a Marano, Villaricca, Giugliano e in altri punti del territorio di Napoli. A Villaricca sono state sequestrate numerose bottiglie di olio, risultato contraffatto. Denunciati il titolare dell’esercizio commerciale e il rappresentante che le aveva fornite. A Giugliano, invece, per inosservanza dei sigilli è stato deferito all’autorità giudiziaria un 64 enne di Parete, titolare di una rivendita di bibite. A Marano, in via San Rocco, sono stati sequestrati 40 chilogrammi di dolciumi: il titolare non è stato in grado di giustificarne la provenienza. Blitz, infine, in un’azienda ubicata presso la circumvallazione esterna, dove sono stati sequestrate 50 confezioni di sottoaceti poiché trovati ricoperti di muffa.

Clan Moccia arrivano le condanne

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clan moccia

Arriva a sentenza il processo di primo grado al Clan Moccia e arrivano le condanne a boss e gregari coinvolti nell’operazione Vortice. Nell’estate del 2010 furono  una sessantina le persone a finire sotto inchiesta per usura ed estorsioni tra loro anche il protagonista del film “Un camorrista perbene” Vincenzo Barbetta. I provvedimenti cautelari furono emessi su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Le indagini all’epoca dimostrarono che gli uomini del clan usavano come metodo intimidatorio le “gambizzazioni”, per punire . Dalle testimonianze dei collaboratori di giustizia, emerse una struttura piramidale ed estremamente organica.  L’ordinanza di applicazione della misura cautelare scattò nei confronti di; Abate Giovanni; Alleluia Giovanni; Amadoro Chiara; Angelino Giuseppe; Barbetta Vincenzo; Barone Gaetano; Barra Antonio; Barra Carmine; Barra Silvio; Bassone Antonio; Bellezza Vincenzo; Bianco Carmine; Bianco Felice; Brancato Gennaro; Bussola Armando; Caiazzo Cesare; Cappiello Luigi; Castaldo De Stefano Rosario; Castellacci Pietro; Ceriello Anna; Cimini Domenico; Ciotola Flora; Ciotola Giuseppe; De Chiara Andrea; Del Prete Pasquale; De Rosa Gioacchino; De Stefano Francesco; Di Annicela Giovanni; Di Micco Mario; Favella Francesco; Franzese Silvestro; Gallo Carlo; Iazzetta Filippo; Iazzetta Santo; Iorio Antonio; Luca Nicola; Lucci Antonio; Maldarelli Antonio; Mosella Maria; Paolone Luigi; Paribello Tommaso; Pezzella Salvatore; Piscopo Angelo; Puzio Michele; Puzio Pasquale; Raucci Pasquale; Raucci Vincenzo; Rosmarino Santo; Russo Crescenzo; Scafuto Salvatore; Silvestro Domenico; Tartaglione Michele; Tramonto Giuseppe; Tramonto Luigi; Venturelli Francis; Vitucci Anselmo; Vitucci Giorgia; Zanfardino Biagio; Zanfardino Domenico; Zanfardino Vincenzo.  Assolti oggi Giuseppe De Gregorio, Silvio Barra e Silvestro Franzese, Carlo Barra, Filomena Russo, Flora Ciotola. Condannato a 26 anni Francesco Favella, condannato a 24 anni Giuseppe Angelino, condannato a 24 anni Filippo Iazzetta. Queste le condanne più pesanti inflitte agli uomini del clan attivo nell’area di Afragola per gli altri pene minori . Condannati a 15 anni Giovanni Annicella e Gioacchino De Rosa . Condannati a 13 anni e 6 mesi Giuseppe Ciotola, 19 anni invece per Michele Puzio.

San Catello torna la reliquia in Cattedrale

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Torna nella sua città una reliquia di San Catello. Il Reliquiario di circa sette centimetri, contenente frammenti ossei di San Catello e già custodito nella Cattedrale di Napoli è stato donato dalla Arcidiocesi di Napoli al Duomo di Castellammare di Stabia. La reliquia è giunta a Castellammare questa settimana. Emozionante la visione di quei frammenti appartenuti al Santo Patrono di Castellammare di Stabia. I frammenti ossei del vescovo di Stabia si aggiungeranno a quelle già conservate nella concattedrale di Maria Santissima Assunta di Castellammare di Stabia, nella chiesa di Scanzano e in quella dei Servi di Maria a Sorrento. Una delle reliquie più importanti è il cranio dal quale fuoriesce un particolare odore detto “Manna di san Catello”. San Catello è ” considerato il principale protettore di Castellammare di Stabia per quanto riguarda non solo eventi naturali come le eruzioni del Vesuvio, ma anche bellici, come i bombardamenti durante la seconda guerra mondiale”. San Catello, visse all’epoca dell’invasione longobarda, tra il VI ed i VII secolo. Si racconta che sul monte Faito , dove spesso si ritirava in preghiera insieme a sant’Antonino, gli apparve in sogno l’arcangelo Michele e a ricordo dell’apparizione costruì un piccolo tempio . Su quel tempio fu poi costruito il santuario di San Michele Arcangelo al Monte Faito. San Catello, detto anche il santo patrono dei forestieri, viene ricordato due volte l’anno il 19 gennaio e la seconda domenica di maggio

Gragnano il centro destra serra le fila in vista delle elezioni

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Il centrodestra cittadino serra le fila in vista delle elezioni di giugno. Tra i protagonisti anche l’ex sindaco di Lettere Antonio Pentangelo . Insieme si cerca un candidato unitario. Nome che sarà reso noto nei prossimi giorni. Gradito in città sarebbe l’ex assessore , l’avvocato Francesco De Rosa, vicino a Severino Nappi. Tra i firmatari del documento che punta ad una candidatura unitaria ci sono oltre a Francesco De Rosa, Franco Zagaroli, l’ex sindaco Michele Serrapica,  Eduardo De Rosa, Aniello D’Auria. Tra le priorità del nuovo primo cittadino la messa in sicurezza del centro storico, il completamento della ricostruzione sismica, lo  sviluppo dei settori della pasta e dell’enogastronomia e la tutela dell’ambiente.

Chiesti 30 anni di carcere per i quattro Prinno: uccisero “Brunello” Guidone, ras dei Quartieri Spagnoli

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Chiesti 30 anni di carcere per i quattro componenti del clan e della famiglia Prinno accusati di aver ucciso a colpi di pistola e a badilate il boss dei Quartieri Spagnoli, Bruno Guidone detto “Brunello” il 23 giugno del 2000. Ieri il pm della Dda di Napoli davanti al gup Pilla ha chiesto 30 anni di carcere per Giuseppe Prinno 56 anni, il capo dell’omonimo clan e per il figlio Ezio di 35, il fratello Vincenzo di 55  anni e il nipote Antonio di 37 anni. Grazie alla collaborazione dei pentiti si è fatto luce sull ‘omicidio di “Brunello” Guidone ritenuto referente sui Quartieri Spagnoli del cartello camorristico“ Alleanza di Secondigliano” (clan Licciardi – Mallardo – Contini)  che si era permesso di chiedere un “pizzo” di 150 milioni lire nel porto di Napoli, zona sotto l’influenza dei Prinno,  i boss della Rua Catalana. Guidone fu trucidato il 23 giugno 2000, a colpi di badile e d’arma da fuoco, probabilmente dopo essere stato seguito e attirato in una trappola.

(Nella foto il luogo dove avvenne l’omicidio guidone)

Torre Annunziata inchiesta sui loculi

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Gli inquirenti indagano da questa estate su alcune vicende relative al cimitero di Torre Annunziata. Indagini volte a stabilire se realmente ci sono stati degli introiti in nero per delle esumazioni mai autorizzate o quanto meno dubbie.  Non è la prima volta che il cimitero di Torre Annunziata finisce sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. Nel 2014 spuntò fuori in un processo agli esponenti del clan Gallo – Cavaliere il sistema  della doppia tangente e la spartizione dei posti al cimitero di Torre Annunziata. Qualche anno prima fu la volta della realizzazione di circa seicento loculi . Allora si parlò del “cimitero degli abusi” . Uno scandalo che portò gli investigatori a spulciare tra gli archivi dell’ufficio tecnico a caccia di permessi a costruire. Ora una nuova inchiesta partita circa sette mesi fa nel mirino dipendenti e colletti bianchi.

Napoli , Movimento 5 Stelle al via il secondo turno per decidere il candidato sindaco

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Hanno partecipato in 588 alle votazioni per la scelta dei candidati del Movimento 5 Stelle per le elezioni comunali di Napoli.
Sul blog di Beppe Grillo, “i nomi degli aspiranti candidati sindaco sono pubblicati in ordine alfabetico e senza riferimento alle preferenze per dare la possibilità a tutti di partire alla pari per il secondo turno delle votazioni”.
Sono: Alessandro Amitrano, Ilaria Ascione, Matteo Brambilla, Camillo Alfonso Guerra, Francesca Lucia Menna, Valentina Migliaccio, Stefania Palermo, Maurizio Russo, Adriana Stanziola, Stefania Verusio. “I risultati completi – si legge ancora nel post – saranno disponibili dopo l’elezione del candidato sindaco”.


Napoli riparte

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Napoli riparte, non è solo un hastag ma un appuntamento che Antonio Bassolino lancia ai suoi e fissa per sabato alle ore 10,30 al teatro Augusteo . L’annuncio arriva via facebook per sabato mattina per un’iniziativa pubblica dove con ogni probabilità, Antonio Bassolino,  annuncerà la sua intenzione di correre comunque per palazzo san Giacomo, indipendentemente dall’esito delle primarie del centrosinistra che hanno visto la proclamazione della vittoria di Vittoria Valente contro la quale ha presentato ricorso.

De Magistris sulle primarie a Napoli si può avviare un’indagine preliminare

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In un’intervista a Radio Crc, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, commentando l’esito delle primarie del centrosinistra, ha affermato: “Secondo me c’è materiale per avviare un’indagine preliminare sulle primarie Pd. Ma ciò che mi interessa è il crimine politico che viene fuori da quei video”. “Ciò che è indecente – ha aggiunto – è la modalità con la quale è stato fatto esprimere il voto, anche pilotato in alcuni casi. E’ scandaloso. Non si può fare come ha fatto qualcuno, liquidando subito l’ipotesi di un reato, anzi. Bisogna approfondire la questione”. “Renzi – ha sottolineato – si commenta da solo. Si presentò come il rottamatore della politica, come colui che voleva salvare il partito da cose come quelle che abbiamo visto domenica. La cosa grave è che il ceto politico di questa pagina è il medesimo che lui voleva cambiare. Lui non vuole cambiare perché gli fa comodo. Se è al Governo è anche grazie a questi personaggi. Borriello, protagonista di questa vicenda, era un principale alleato di Bassolino ed oggi porta voti alla Valente, quindi anche in questo caso fa brodo al capo del Pd”. “Dal punto di vista dell’immagine non mi fa comodo questa vicenda. Perché hanno comunque danneggiato la città. Perché si fa fatica a capire che Napoli non è stata governata da queste persone ma da noi che continuiamo a farlo con strategie completamente diverse, contro il sistema”

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Franceschini visita ‘Il Nilo a Pompei’

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Una “bellissima mostra”, frutto di un “importante disegno scientifico lontano da intenti commerciali” grazie alla collaborazione tra “tre grandi musei”. E’ entusiasta il giudizio del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini della mostra ‘Il Nilo a Pompei’, che ha visitato al Museo Egizio di Torino. “Di questa mostra – aggiunge – si parlerà nel mondo”.
Inaugurata venerdì scorso, la mostra è la prima tappa di un progetto che coinvolge anche gli scavi di Pompei e il Mann di Napoli. “Qui c’è quello che vogliamo fare nei musei italiani – sottolinea Franceschini -: la collaborazione tra pubblico e privato senza blocchi ideologici, un grande lavoro scientifico e didattico e capacità manageriali”. Accompagnato dalla presidente e dal direttore del Museo, Evelina Christillin e Christian Greco, Franceschini ha scattato alcune foto della mostra e del museo, postandole sui social. Tra queste la scritta ‘Museo Egizi’ in arabo

Castellammare si sblocca Garanzia Giovani

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Ancora qualche giorno e poi i ragazzi di Garanzia Giovani inizieranno il tirocinio. Portano a casa il risultato i ragazzi seguiti in questa battaglia dal consigliere del Forum Ivan Guida che ha seguito in prima persona la battaglia. Soddisfatti i ragazzi che insieme al consigliere Guida ringraziano il commissario Vaccaro e gli uffici preposti. Ora si aspetta che inizino i tirocini “Manterremo – annuncia Guida- l’attenzione alta sulla vicenda anche relativamente alla corresponsione dei pagamenti”.

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