. Si continua a sparare a Napoli. Ieri sera un ragazzo di 17 anni è rimasto ferito ad un braccio, in circostanze sulle quali sta indagando la Polizia. Agli agenti il minore ha raccontato che, mentre percorreva via Cavalleggeri d’Aosta in sella ad una moto, gli sono stati esplosi contro due colpi di pistola, uno dei quali lo ha raggiunto a un braccio. Il giovane è stato portato all’ospedale San Paolo dove resta ricoverato in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. . Sul posto indicato dal giovane come quello dell’agguato gli agenti non hanno trovato bossoli. Il 17enne è incensurato ma i suoi familiari risultano vicini ad ambienti criminali. Indagano i poliziotti del Commissariato di Bagnoli.
Napoli, si continua a sparare: 17enne ferito a Cavalleggeri d’Aosta
Strage delle Fontanelle alla Sanità, un altro affiliato ai Vastarella è sfuggito alla morte
Le indagini sulla strage delle Fontanelle al rione Sanità si arricchiscono ogni giorni di nuovi elementi. La squadra mobile di Napoli ha scoperto che quella sera nel circolo “Maria Santissima dell’Arco” c’era un altro componente il gruppo Vastarella. Sarebbe riuscito a non farsi vedere dal killer e poi ad allontanarsi rapidamente dalla zona senza dare nell’occhio e soprattutto evitare di farsi interrogare dalle forze dell’ordine. Ma ora sarebbe stato individuato grazie al certosino lavoro degli agenti della mobile napoletana. Ma non è il solo perché secondo la ricostruzione degli investigatori erano presenti anche altre persone estranee al clan e che solitamente frequentano il circolo. Tutte scappate. La squadra mobile sta provando ad identificarle per interrogarle. La loro testimonianza potrebbe tornare utile alle indagini. Anche se è molto più probabile che ognuno di loro dirà, una volta identificato, di non aver visto niente e di essersi gettato a terra per timore di essere colpito dai proiettili. Chi invece potrebbe dire qualcosa di più è il componente del clan che è sfuggito miracolosamente all’agguato. Ora la polizia è sulle sue tracce.
Stelle al merito, ecco tutti i lavoratori premiati in Campania
Si è svolta ieri presso il teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli la tradizionale cerimonia di consegna delle Stelle al merito del Lavoro, conferite dal Presidente della Repubblica, alle lavoratrici e ai lavoratori campani – sessanta quest’anno – che hanno profuso impegno e competenze nello svolgimento della loro attività nei vari settori produttivi, distinguendosi per singolari meriti di perizia e laboriosità. Con le autorità cittadine e della regione, protagonisti della giornata gli studenti dell’Istituto Professionale di Stato per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera Duca di Bonvicino di Napoli ed i coristi del Coro delle voci bianche del Teatro S. Carlo.
Ornella ANNUNZIATA Atripalda
Nicola SPANO Mercogliano
Salvatore CIANCIULLI Montella
Alfredo SANTANIELLO Montoro Inferiore
Cimmino ZARRELLA Prata di Principato
Bernardino DE BLASIO Roccabascerana
Vincenzo Elio Andrea DE LUCA Villanova del Battista
Raffaele BUONDONNO Guardia Sanframondi
Giuseppe DELL’AQUILA S. Angelo a Cupolo
Annino ALVINO Castel Volturno
Vincenzo NIGRO Castel Volturno
Angelo MAFFONGELLI S. Nicola La Strada
Gennaro AIEZZO S. Maria Capua Vetere
Francesco FERRAIOLI Angri
Cosimo NASTI Angri
Giovanni NOCERA Angri
Michele NOCERA Angri
Rosario LANDI Calvanico
Antonio CORBISIERO Mercato S. Severino
Lucio DAMIANO Mercato S. Severino
Attilio DI DOMENICO Nocera Inferiore
Bruno NACCHIO Pagani
Salvatore FUSCO Positano
Michele CARTOLANO Sala Consilina
Vittorio ADELFI Napoli
Alfonso ARDITO Napoli
Bruno CAPONE Napoli
Giovanni CRISTIANO Napoli
Antonella DI CARLO Napoli
Maria Rosaria DI DOMENICO Napoli
Gennaro ESPOSITO Napoli
Giovanni FEBBRAIO Napoli
Gino GUADAGNUOLO Napoli
Michele MORVILLO Napoli
Mario MUSTO Napoli
Umberto PUNZI Napoli
Giuseppe PUNZO Napoli
Antonio RABBITO Napoli
Francesco SPINOSA Napoli
Giuseppe FICO Afragola
Nicola IENGO Afragola
Vincenzo CORINI Bacoli
Antonio ESPOSITO Bacoli
Ermanno SCOTTO DI CLEMENTE Bacoli
Carmine PISA Casalnuovo di Napoli
Arturo RICCIO Calvizzano
Bianca LICCARDO Casoria
Salvatore PINTO Casoria
Salvatore ESPOSITO Ercolano
Guido CORSO Giugliano
Arcangelo Nicola VACCA Giugliano
Rosario IANNONE Marano di Napoli
Pasquale DELLA PIETRA Nola
Raffaele GIGLIO Nola
Vincenzo GESUELE Pomigliano d’Arco
Angelo BIELLO Quarto
Enrico SPINA S. Giorgio a Cremano
Andrea TROCCHIA Saviano
Antonino GALANO Sorrento
Giovanni CASOLA Vico Equense
Sequestrati 3, 5 milioni di euro ad Antonio “Billy” cassiere del clan Cesarano ed esperto di piante e fiori di un serial Tv
Da questa mattina i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna stanno eseguendo un provvedimento di sequestro, emesso dal tribunale di Napoli – sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione, nei confronti di Antonio Esposito, detto “Billy”, 51 anni, ritenuto cassiere del clan Cesarano. I sequestri stanno avvenendo nei comuni di Castellammare di Stabia, Pompei e Boscoreale, nel Vesuviano, e in quello di di Nocera Inferiore. L’esecuzione della misura di prevenzione (personale e patrimoniale), si legge in una nota, si fonda sui fatti emersi nel corso delle numerose indagini – molte delle quali giunte sino a sentenze di condanna – che hanno segnato la storia della criminalità organizzata in Campania e nelle quali è stato evidenziato l’inserimento di Antonio Esposito nella compagine camorristica del clan “Cesarano”. Per gli inquirenti Esposito aveva lo specifico compito di sovraintendere agli interessi del clan nel settore del commercio dei fiori. Tesi avvalorata da alcuni collaboratori di giustizia. Il suo stabile inserimento nell’organizzazione criminale è stato riferito anche da diversi collaboratori di giustizia che lo hanno indicato come il ‘cassiere del clan’. A lui venivano consegnati i proventi delle attività delittuose, a lui spettava poi la consegna degli stipendi agli affiliati, pagare gli avvocati, i detenuti e curare la contabilità del clan. Il tribunale dunque concordando con l’attività d’indagine dei militari dell’Arma e accogliendone la richiesta ha disposto il sequestro di un’impresa individuale con sede a Castellammare di Stabia (con un volume d’affari di circa 200mila euro annui); 4 unità abitative (del valore totale di circa 1.850.000 euro); un solarium allestito nella sua abitazione (valente circa 50mila auro); 19 appezzamenti di terreno di circa 26metri quadrati (del valore complessivo di circa 1.050.000 euro ); 3 esercizi commerciali di 65, 60 e 15 mq (valore complessivo di circa 250mila euro);svariati rapporti bancari. I beni hanno un valore complessivo di circa 3,4 milioni di euro di euro. Uscito dal carcere tre anni fa dopo circa 10 anni “Billy” aveva ripreso la sua attività nel settore dei fiori e di recente era anche stato tra i protagonisti della serie Tv “Extreme Makeover” condotto da Alessia Marcuzzi su Canale 5. Esposito infatti si preoccupava di rifare i giardini delle ville che comparivano in ogni puntata.
Napoli e provincia sono già 20 i morti di camorra dall’inizio dell’anno. Le foto
Sono venti i morti di camorra tra Napoli e provincia dal primo gennaio ad oggi. Ben 14 solo a Napoli città gli altri sparsi in provincia tra: Melito, Marigliano, Sant’Antimo, Mariglianella, e Saviano. Il quartiere Ponticelli è quello che detiene il record con 4 morti tutti riconducibili alla “eliminazione sistematica” di quelli vicini al clan dei pentiti Sarno. Sempre nelle periferia £st c’è da registrare l’efferato omicidio del 19 enne Vincenzino Amendola ucciso e sotterrato a San Giovanni a Teduccio per una presunta storia con la mamma di uno baby boss del clan Formicola. I morti riconducibili invece alla faida in atto tra Miano e il rione Sanità ovvero tra i Mallo-Esposito-Spina da una parte e i Lo Russo-Vastarella-Tolomelli dall’altra sono cinque anche se non tutti avvenuti nello stesso rione. Due invece quelli riconducibili alla faida nella zona Flegrea e Soccavo-Pianura. Mentre può essere inquadrato come omicidio di camorra quello del pasticciere Giuseppe Matino avvenuto all’Arenaccia ma sol perché le indagini portano verso uno “sgarro d’amore” a un ras della zona. E poi c’è tra questi la “lupara bianca” di cui è rimasto vittima Davide Tarantino, scomparso a Giugliano ma residente a Melito e legato agli “scissionisti” di Scampia. Sono comunque complessivamente venti i morti senza contare una decina di feriti tra cui quello eccellente del ras emergente Walter Mallo. Ma la cosa che maggiormente preoccupa gli investigatori è stato il vero e proprio attacco allo Stato avvenuto a Secondigliano dove la caserma dei carabinieri è stata oggetto di un attentato con una sventagliata di mitra e ben 27 colpi che hanno centrato finestre e muri perimetrali. La stagione dei pentiti, quelle dei processi e degli arresti che avevano fermato la scia di sangue per un po di tempo sembra già essere alle spalle. sono troppi i quartieri della città ma anche in provincia dove le frizioni tra i clan sono altissime e c’è il serio rischio che scorra altro sangue.
E’ figlio di un boss dell’area flegrea il ragazzo ferito a Cavalleggeri d’Aosta
Un 17enne incensurato, ma figlio di una capoclan, e’ stato ferito a Napoli ed e’ in prognosi riservata. E’ da chiarire la dinamica di quello che probabilmente e’ un agguato nell’ambito delle fibrillazioni nell’area tra Bagnoli e Pianura del capoluogo campano, dato che in via Cavalleggeri, dove il ragazzo sarebbe stato raggiunto da proiettili che lo hanno colpito al braccio e che hanno perforato la scocca del suo scooter, la polizia non ha trovato bossoli ne’ tracce ematiche. Il minorenne, il cui padre, A.G., e’ considerato a capo di una cosca di recente formazione, un pregiudicato con un certo spessore criminale, e’ ora in prognosi riservata all’ospedale San Paolo, ma non in pericolo di vita. Secondo quanto si e’ appreso, il 17enne non ha fornito elementi utili alla polizia.
Casoria: sequestrate tre tonnellate e mezza di sigarette di contrabbando
Tre tonnellate e mezza di sigarette di contrabbando sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza che ha arrestato una persona. L’ingente carico di tabacchi lavorati esteri è stato scoperto a seguito di un controllo documentale effettuato nei confronti di un autoarticolato con targa tedesca ed autista greco sull’autostrada A1 in direzione Napoli, all’altezza dello svincolo per Casoria. I militari, insospettiti dalla documentazione del carico trasportato nonchè dall’atteggiamento assunto dall’autista del mezzo, hanno deciso di procedere ad un più approfondito controllo del carico, rappresentato da un carroponte di tipo industriale. L’approfondita ispezione del macchinario ha permesso di appurare che, all’interno della sua struttura, era stivato il carico illecito. Si trattava di sigarette di contrabbando provenienti presumibilmente dalla Grecia e giunte via mare ad Ancona. Le sigarette, una volta immesse sul mercato, avrebbero sottratto all’Erario tributi per oltre 600 mila euro.
Napoli, molesta 3 ragazzine all’uscita del Mac Donald’s: arrestato ha rischiato il linciaggio
Importuna tre ragazzine all’uscita del Mac Donald’s, 57enne arrestato dalla polizia a Napoli. Il tempestivo intervento degli agenti delle volanti del commissariato Vicaria-Mercato ha impedito ulteriori molestie a giovanissime di eta’ compresa tra i 10 e i 12 anni , ed anche un tentativo di linciaggio. L’uomo, G.Q., separato e padre di tre figli minorenni, aveva prima avvicinato le tre, che erano andate nel locale vicino casa per mangiare un panino, poi aveva iniziato a palpeggiarle in parti intime e toccarle; ma un passante lo ha visto e ha chiamato la polizia. Il 57enne all’arrivo degli agenti ha tentato di scappare, nascondendosi dietro i contenitori della raccolta indifferenziata, ma e’ stato raggiunto e bloccato. Ci sono stati anche momenti di tensione, perche’ una trentina di mamme, residenti nel quartiere delle tre ragazzine, sono scese in strada per aggredirlo. G.Q. e’ in carcere per violenza sessuale.
Sequestro dei depuratori di Ravello, Atrani e Cetara: indagati 17 tra amministratori e tecnci
Sequestrati gli impianti di depurazione e trattamento dei reflui urbani dei comuni di Ravello, Atrani e Cetara, in Costiera Amalfitana. Lo ha disposto il gip di Salerno su richiesta della Procura salernitana, che indaga su 17 tra pubblici amministratori e gestori degli impianti. Secondo quanto emerso dalle indagini, i depuratori comunali sversavano reflui urbani in mare senza operare un’effettiva depurazione, immettendo in mare sostanze in concentrazione superiore rispetto ai limiti stabiliti dalle norme sulla qualità delle acque. Tutti gli impianti di depurazione sequestrati, spiega il procuratore di Salerno Corrado Lembo, sono risultati privi di autorizzazione per lo scarico dei reflui in mare. Le analisi hanno evidenziato l’inefficienza della depurazione, dati confermati anche dalle analisi eseguite dal personale del Laboratorio ambientale mobile della Guardia Costiera. Tale inefficienza ha provocato il “deturpamento delle acque antistanti i comuni di Ravello, Minori, Atrani e Cetara chiaramente percepibile per la formazione di schiuma in superficie, presenza di ampie chiazze di colore marrone in mare e dalla emanazione di odori molesti, situazione più volte denunciata dagli stessi cittadini a dimostrazione della non occasionalità degli eventi”. Il gip di Salerno, ad esito di indagini condotte dal Noe dei Carabinieri di Salerno e dalla Capitaneria di Porto, ha disposto il sequestro dei tre impianti di Ravello in località Sambuco, Cigliano e Boschetto-Marmorata, i due impianti di Atrani in piazzale Marinella e via dei Dogi, e l’impianto di Cetara in località Porto. I nuovi sequestri si aggiungono a quelli di Amalfi, Praiano e Maiori operati dalla Guardia Costiera e dai Carabinieri del Noe negli ultimi mesi.
Terra dei fuochi: operazione a Casavatore, 12 persone indagate
Dodici persone – titolari di fabbrica e di autoarticolati – sono indagati nell’ambito di dell’operazione “Terra dei Fuochi” condotta dalla Polizia locale di Casavatore , sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Napoli Nord. I reati ipotizzati sono, a vario titolo, gestione illegale di rifiuti, trasporto, recupero, smaltimento e intermediazione senza prescritta autorizzazione, trasporto illecito. Il titolare di una fabbrica è anche accusato di scarico nel suolo di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose. Le indagini vennero avviate dal sostituto procuratore della Repubblica Federico Bisceglia, deceduto successivamente in un incidente stradale.
L’indagine sulla pedofilia la Parco Verde si allarga ad altri inquilini. Chiesta la riesumazione del corpo del piccolo Antonio
Nuovi scenari potrebbero arrivare da Caivano. L’inchiesta sulla pedofilia al Parco Verde non si ferma dopo l’arresto di Raimondo Caputo l’uomo finito in manette con l’accusa di avere ripetutamente violentato e poi ucciso la piccola Fortuna. L’avvocato Angelo Pisani, legale del padre e dei nonni della bimba di 6 anni volata dal sesto piano due anni fa, chiede alla Procura “la riesumazione del corpo di Antonio Giglio, morto circa un anno prima di Fortuna ma in circostanze drammaticamente simili”. Il bambino e’ deceduto dopo essere caduto dalla finestra “mentre guardava in cielo un elicottero”: questa la testimonianza che la mamma ha ripetuto piu’ volte agl’inquirenti. Antonio Giglio era, figlio di Marianna Fabozzi, compagna di Raimondo Caputo, si, proprio l’uomo arrestato per la morte di Fortuna. “Bisogna accertare se davvero sia stato un evento accidentale e auspichiamo anche un intervento dei Carabinieri del Ris, affinche’ con i loro rilievi ed indagini mirate, possano stabilire con esattezza, la dinamica, la traiettoria o quant’altro possa chiarire una volta per tutte la causa reale della sua morte, se sia stata cioe’ davvero accidentale o volontaria” ha dichiarato l’avvocato Pisani. Non e’ escluso che i magistrati possano allargare il campo delle indagini ad altre morti “sospette”. Dal carcere di Poggioreale invece, giungono dettagli sull’aggressione subita da Raimondo Caputo, l’uomo accusato di aver violentato e ucciso la piccola Fortuna. Il direttore del penitenziario napoletano Antonio Fullone fa sapere che l’uomo e’ stato trasferito in una cella singola dopo che “e’ stato colpito con un pugno al volto da uno dei suoi compagni di cella e che verra’ elevato il livello di sicurezza anche nei confronti dei famigliari del detenuto per timore di ulteriori ritorsioni”. Intanto si potrebbe allargare ad altri inquilini di quello che viene definito il ‘palazzo dell’orrore’ del Parco Verde a Caivano l’indagine per l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, delitto per il quale è stato al momento accusato come responsabile il vicino di casa Raimondo Caputo, che avrebbe più volte abusato sessualmente della bimba di sei anni. E’ quanto filtra dalla sede della Procura della Repubblica di Napoli Nord ad Aversa (Caserta) che conduce le indagini sul tragico episodio. Iscritti nel registro della Procura i due inquilini cui sono stati contestati i reati di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento, per aver depistato le indagini sin dai primi momenti successivi alla morte di Fortuna. Due aspetti dell’inchiesta strettamente collegati, perché – secondo gli inquirenti – è probabile che qualche altro residente nel palazzo abbia fatto qualcosa di più che sviare le indagini. Gli elementi certi – a giudizio degli investigatori – riguardano la presenza di più presunti pedofili nello stabile: oltre alla situazione di Caputo, già in carcere per abusi sessuali, c’è la vicenda riguardante Salvatore Mucci, ovvero colui che per primo soccorse Fortuna e la pose in auto agonizzante per accompagnarla in ospedale. Mucci è stato arrestato nel dicembre 2014 per abusi sessuali sulla figlia di 12 anni; pochi mesi dopo toccò alla compagna, accusata dello stesso reato. C’è poi la stessa compagna di Caputo già da mesi agli arresti domiciliari per concorso in abusi sessuali ai danni di una delle tre figlie, in quanto avrebbe sempre assistito al violenze del convivente senza denunciare nulla. In totale sono almeno cinque i bimbi dello stabile vittime di abusi. Un vero e proprio giro di pedofili che potrebbe aver coperto le responsabilità dell’omicidio Fortuna, e un anno prima, quelle sulla morte di Antonio Giglio, figlio della compagna di Caputo, caduto dal settimo piano del palazzo. Gli inquirenti sarebbero intanto vicini all’identificazione dei responsabili del lancio della molotov verso la finestra della compagna di Caputo.
Napoli, la famiglia di Fortuna in tv: “Vogliamo l’ergastolo per Caputo”
‘Pomeriggio 5’ apre oggi sul caso della piccola Fortuna, la bambina di 6 anni violentata e uccisa il 24 giugno 2014. Per quei reati è stato arrestato il compagno della vicina di casa, Raimondo Caputo. “Sono felice che sia stato trovato un colpevole, anche se nessuno potrà restituirmi mia figlia. Io lo sapevo che era stata ammazzata”, afferma in collegamento la mamma di Fortuna, Domenica. “Io ho sempre detto ‘vedete su al settimo piano’, io lo sospettavo che veniva da lì la mano che ha ucciso mia figlia”. “L’ultimo ricordo che ho – racconta – è quando mi ha detto che andava a giocare su con l’amichetta. Poi dopo un po’ mi chiama il papà di mio figlio dicendomi che Chicca era caduta. E lì non ho capito più nulla. Poi quando mi hanno detto che era morta, io sono morta con lei. Non era possibile che si fosse buttata nel vuoto da sola”. “Io sospettavo della compagna” di Raimondo “perché ogni volta cambiava versione. Se è complice lei è peggio di lui”, conclude Domenica. “Noi sospettavamo ma non si può condannare una persona senza avere le prove”, aggiunge Vincenzo, il nonno della piccola. “Lei non ci ha mai detto niente, non ci ha mai parlato delle sevizie, altrimenti l’avremmo ancora qui con noi. Se la giustizia va avanti gli dovrebbero dare l’ergastolo. Ma al momento l’ergastolo ce l’abbiamo noi”, ha detto Vincenzo.
Campania, dieta mediterranea: una due giorni di eventi tra Napoli e Pollica
Partira’ tra pochi giorni la due giorni dedicata alla Dieta Mediterranea inserita nella Lista del patrimonio culturale immateriale dell’Umanita’. Giovedi’ prossimo a Napoli, a San Domenico Maggiore, e venerdi’ a Pollica, nel Cilento, si terranno due eventi con protagonisti, in Campania, i sette Paesi mediterranei coinvolti nel dossier UNESCO: le Comunita’ emblematiche di Agros (Cipro), e Hvar (Croazia), Chefchaouen (Marocco), Koroni (Grecia), Pollica-Cilento (Italia), Soria (Spagna), Tavira (Portogallo). Al centro degli eventi la presentazione del “Libro Bianco sulla Dieta mediterranea”. Tra le iniziative la proiezione del documentario “Mediterranea Diet Example to the world”, per la regia di Francesco Gagliardi, prodotto da Stefania Capobianco della “FG Pictures”.
Grazie a Facebook ritrovato a Portici dopo due anni un cane scomparso da Arezzo
E’ stato il tam tam su Facebook a permettere ad una famiglia aretina di ritrovare Pato, un cagnolino sparito il 28 ottobre 2013 da Santa Firmina in provincia di Arezzo e ritrovato oggi a Portici da un giovane che ha notato il cagnolino dormire su un materasso. Il ragazzo lo ha preso e portato alla Usl locale dove, dal microchip, sono stati rintracciati i proprietari. Il cane, un bouledogue francese bianco e nero, era scomparso dalla zona di Santa Firmina due anni e mezzo fa, i padroni disperati avevano addirittura previsto una ricompensa di 2.000 euro, tappezzato la città di volantini e scatenato un tam-tam sui social durato fino alla chiamata di oggi. I proprietari avevano anche raccontato la loro storia al quotidiano “La Nazione” cheaveva pubblicato un lungo articolo.I suoi padroni lo avevano cercato in ogni modo, si erano mobilitati con volantini, avevano noleggiato un’ape con una vela pubblicitaria. Le ricerche del cagnolino erano passate anche tramite social, il gruppo di Facebook “Aiutiamo Pato a Tornare a Casa” conta infatti più di 7mila iscritti, provenienti da tutta Italia che in questi anni non si sono mai fermati e rassegnati. Ed adesso finalmente il lieto fine di questa storia con l’annuncio su Facebook, anche se sarà difficile chiarire come il cane sia arrivato fino a Napoli. I proprietari potranno al più presto riabbracciare Pato, sono infatti già in viaggio verso Napoli per riportare a casa il loro cagnolino.
Mariglianella: incendio in un’azienda di carrelli, muore un operaio
Un operaio è morto in un incendio divampato in un’azienda specializzata nella realizzazione di carrelli elevatori a Mariglianella, in provincia di Napoli. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Brusciano e i Vigili del fuoco che hanno domato le fiamme. L’incendio, nel quale ha perso la vita l’uomo, si è sviluppato in uno dei locali dello stabile in via Quasimodo. Sono in corso accertamenti per chiarire le cause dell’incendio. I carabinieri di Brusciano sono intervenuti in via Quasimodo presso l’azienda “Menichini Industriale e Navale srl”, specializzata nella realizzazione di carrelli elevatori, dove, poco prima, l’incendio si era sviluppato in uno dei locali dello stabile. Le fiamme sono state domate dai vigili del fuoco intervenuti sul posto. In atto accertamento dei militari dell’arma e dei caschi rossi per appurare le cause.
Donna con problemi psichici appicca incendio al suo appartamento al Vomero
Una donna con problemi psichici ha appiccato un incendio nella sua abitazione al Vomero. E’ accaduto in serata al vico Petraio, strada senza uscita a cui si accede da via Luigia Sanfelice cosa questa che ha causato anche gravi disagi ai vigili del fuoco intervenuti sul posto. sono stati i vicini della donna a chiedere i soccorsi. Le fiamme in breve tempo si sono propagate a tutto il monolocale dove viveva la donna. Tra l’altro, come hanno segnalato gli stessi abitanti della zona, le colonnine per gli idranti, installate a seguito di lavori pubblici una decina di anni fa, non erano attaccate alle rete dell’acquedotto municipale e quindi i vigili del fuoco hanno difficoltà nell’approvvigionamento dell’acqua per spegnare le fiamme. La donna per fortuna è stata tratta in salvo. nell’appartamento i vigili hanno trovato condizioni igieniche precarie con rifiuti sparsi ovunque. Le condizioni della donna tra l’altro erano state più volte segnalate all’Asl.
Terzigno, condoni e certificati “facili”: altri sei avvisi di garanzia
Altri sei avvisi di garanzia sono stati notificati ad altrettante persone coinvolte nell’inchiesta sui condoni e i certificati di agibilità facili concessi dall’ufficio tecnico del Comune di Terzigno. Si tratta dei beneficiari dei certificati prodotti illecitamente all’interno dell’ufficio tecnico del Comune. Nell’inchiesta il 21 aprile scorso i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, su delega della Procura di Torre Annunziata avevano eseguito un provvedimento di sospensione dai pubblici uffici nei confronti di due funzionari dell’ufficio tecnico del Comune di Terzigno e di un ispettore dell’Asl Napoli 3 Sud di Poggiomarino ritenuti responsabili a vario titolo di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, soppressione, distruzione e occultamento di atti veri, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio ed assenza dal servizio dei pubblici dipendenti. Ieri con la notifica degli altri sei avvisi di garanzia gli indagati sono passati a nove.
Nocera: bancarotta Ipervigile, processo per 18. Tutti i nomi
Nocera Inferiore. Operazione Ipervigile: processo per Fernando De Santis e i suoi presunti complici della bancarotta della società di vigilanza. Ieri mattina, il Gup Luigi Levita ha analizzato la richiesta di rinvio a giudizio e le posizioni di 18 imputati coinvolti nel crac della società che si occupava di vigilanza e raccolta di danaro. Nel pomeriggio ha disposto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati che compariranno dinanzi ai giudici del primo collegio giudicante il prossimo 20 luglio.Il pm Roberto Lenza aveva chiesto il processo per 18 persone accusate a vario titolo di bancarotta fraudolenta, appropriazione indebita aggravata per oltre 9 milioni di euro, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute certificate, omesso versamento di Iva, omesso versamento all’Inps di ritenute previdenziali ed assistenziali, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Sul banco degli imputati il patron di Ipervigile Fernando De Santis, la moglie Filomena Vicidomini, la madre Filomena Paolino, Maria Assunta Scarpati e Pierdonato Gallitelli già arrestati a novembre scorso. Insieme a loro prestanome e imprenditori: Satiro Andrea di Nocera Superiore, Giuseppe Del Vecchio di Portici, Vincenzo Genualdo di Portici, Olga Cece di Scafati, Maria Ferrara di Nocera Superiore, Ezio Stimolo di Napoli, Angela Somma di Salerno, Antonio Caiazza di Battipaglia, Pierdonato Gallitelli di Napoli, Eugenia Foresta di Isernia, Roberto Fidelio di Nocera Inferiore, Aniello Amato di Sant’Egidio del Monte Albino, Ada Bruno di Nocera Inferiore, Rosa Cirillo di Roccapiemonte. Il collegio difensivo rappresentato tra gli altri dagli avvocati Giuseppe Buongiorno, Giovanni Annunziata, Pietro Pasquali, Paride Annunziata ha sollevato dinanzi al giudice alcune eccezioni, tra queste l’esclusione delle parti civili dal procedimento. Fernando De Santis ha rinunciato alla richiesta di patteggiamento, paventata nei mesi scorsi, e il processo che si è celebrato ieri sarà riunito agli altri già pendenti dinanzi ai giudici del Tribunale di Nocera Inferiore per il fallimento delle società della holding di De Santis. Nel corso delle indagini, effettuate dalla guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Tributaria di Salerno, sono stati effettuati sequestri patrimonia per oltre 8 milioni di euro. Un patrimonio di beni immobili e mobili per le numerose violazioni tributarie fatte da De Santis attraverso le sue società, tutte legate e riconducibili alla impresa madre Ipervigile.L’indagine era stata avviata a seguito della segnalazione della Banca d’Italia nell’ottobre 2013, per un ammanco di oltre 9,8 milioni di euro nel caveau della società Ipervigile S.r.l. di Nocera. (r.f.)
I vertici del clan Lo Russo chiedono lo sconto di pena
I vertici del clan Lo Russo chiedono lo sconto di pena. Dopo la richiesta di giudizio immediato è arrivata la contromossa dei difensori, 16 imputati su 17 compariranno dinanzi al Gup il prossimo 17 maggio. Stralciata solo la posizione di Ferdinando Buccilli, ancora indeciso tra il rito ordinario e l’abbreviato, il capoclan Antonio Lo Russo, figlio di Salvatore ‘o capitone, ora pentito, e i suoi accoliti affronteranno l’udienza preliminare. Alla sbarra ci saranno, Antonio Lo Russo, Antonio Briante, Giovanni Campaiola, Luigi Capone, Antonio Cennamo “’o limone”, Emanuele D’Andrea, Carlo Davide, Claudio Esposito “’o chiatto”, Luigi Forino, Massimo Gisini, Alfredo Mercolino, Crescenzo Palma, Gerardo Potenza “tigre”, Umberto Russo “pesciolino”, Pasquale Torre “patanella” e Bruno Vitale. I vertici della potente cosca di Miano dovranno fare i conti con le accuse della Dda che dopo il pentimento del capoclan, nel 2011, era riuscita a stanare e catturare ad aprile del 2014, il nuovo boss Antonio. Il ras arrestato a Nizza, e diventato famoso per la sua foto a bordo campo allo stadio San Paolo mentre assisteva a una partita del Napoli, protetto dal cugino Carlo, detto Lellè, gestiva i traffici della potente cosca in lotta con i clan napoletani per il predominio del territorio. Una lotta fatta a colpi di pistola, con l’eliminazione degli avversari e dei ribelli. Tra pochi giorni le prove raccolte, con intercettazioni telefoniche e indagini, confluite nell’ordinanza del Gip Francesca Ferri saranno al vaglio del giudice. Tra gli imputati, oltre ai fedelissimi, anche degli insospettabili come Giovanni Campaiola e Luigi Forino. Il clan fu sgominato dal Gico della Guardia di Finanza che sequestrò anche beni e immobili per diversi milioni di euro.
Torre del Greco, rissa nella sala scommesse: accoltellato un 26enne
Un giovane di 26 anni è stato accoltellato nel corso di una lite nella sala scommesse Eurobet nella centralissima piazza Palomba di Torre del Greco e ora si trova ricoverato all’ospedale Maresca in prognosi riservata per una coltellata all’addome. Il ferito di chiama Salvatore Aievola, incensurato di 26 anni e abita in via Teatro. I carabinieri che stanno svolgendo le indagini scontrandosi con il muro di omertà sono riusciti a ricostruire in parte la dinamica. Secondo quanto raccontato nella rissa scoppiata all’esterna della sala scommesse che aveva coinvolto anche i titolari del centro scommesse. A scatenare la lite sarebbe stato il risentimento dei titolari per alcune affermazioni fatte dal ferito nei confronti di una loro giovane congiunta. Dalle parole alle mani in breve tempo e poi è spuntato il coltello che ha ferito all’addome Aievola. L’arma da taglio non è stata recuperata.