San Sebastiano al Vesuvio. Voto di Scambio, Vincenzo Capasso di Progetto Comune, componente politica di San Sebastiano al Vesuvio denuncia una vicenda raccontata dal padre di un candidato che appoggia Rino Manzo: “Ho letto un post nel quale Ciro Di Dato, padre di un candidato al consiglio nella lista che appoggia Rino Manzo, sottolineava che la candidatura di suo figlio non sarebbe stata appoggiata da un cittadino “costretto” a votare l’altro candidato, Salvatore Sannino, per uno scambio di favori per delle visite mediche in alcune strutture ospedaliere – scrive Capasso -. Ho chiesto spiegazioni ai diretti interessati senza riceverne. Nel contempo mi sono premurato di segnalare l’accaduto alle autorità competenti. Se i fatti descritti nel post dovessero essere confermati sarebbe gravissimo”.
San Sebastiano al Vesuvio, voto di scambio: la denuncia di Vincenzo Capasso
Procuratore Colangelo: su Fb nasce pagina di sostegno e solidarietà
Napoli. L’avvocato Angelo Pisani, presidente della Municipalità Scampia, e l’Associazione Antimafia Caponnetto hanno lanciato poco fa su Facebook la pagina “Io Sto con Colangelo”, “un aperto invito rivolto a tutte le forze sane ad esprimere solidarietà nei confronti del procuratore capo di Napoli“. L’iniziativa, spiegano i promotori, “nasce sull’onda emotiva dello sdegno e della preoccupazione suscitati in queste ore dalle notizie sul ritrovamento a Gioia del Colle di un’ingente quantità di tritolo che, secondo i pm antimafia pugliesi, doveva servire a far saltare in aria il massimo inquirente della Procura partenopea”. “La grave situazione dell’ordine pubblico a Napoli – sottolinea l’avvocato Pisani, presidente uscente, e non ricandidato, all’Ottava Municipalità comprendente Scampia – richiede una mobilitazione generale delle coscienze. Ringrazio l’Associazione Antimafia Caponnetto, sempre in prima fila nel contrasto alla camorra, per aver aderito subito al nostro appello ed aver fatto nascere insieme a noi la pagina social con cui, questo è il nostro auspicio, quella grande parte di Napoli e di Scampia da sempre in lotta per affermare diritti, dignità e bene comune, potrà far sentire la sua voce a sostegno del procuratore Colangelo e dei coraggiosi pm della Direzione Distrettuale Antimafia, cui va tutto il nostro ringraziament
Omicidio Arrivoli: fermato l’uomo che aveva cercato di seppellirla
C’è una svolta nell’inchiesta per l’omicidio di Giovanna Arrivoli, la 41 enne di Melito massacrata di botte, poi uccisa a colpi di pistola e seppellita alla periferia del paese. C’è un fermato. Si tratta dell’uomo che avrebbe cercato di sotterrare al man peggio il cadavere della donna con un piccone e una pala. Attrezzi lasciati sul posto e che lo hanno indotto a dileguarsi in fretta probabilmente per l’arrivo di qualcuno. L’uomo è in stato di fermo su disposizione dei pm Gloria Sanseverino e Vincenza Marra della Dda di Napoli che stanno coordinando le indagini. Al suo fermo si è arrivati attraverso un dettagliato lavoro di intelligence. Ricostruendo i contatti delle chat e i tabulati telefonici della vittima anche se il suo cellulare non è stato trovato. Ma anche attraverso le impronte digitali che l’uomo ha lasciato sugli attrezzi utilizzati e altre tracce lasciate sul posto. Si tratta di un pregiudicato della zona.
Napoli, esplosione nella notte nei vicoli del vecchio Tribunale: un morto e 5 feriti. Panico tra i residenti
Un’esplosione si é verificata intorno alla mezzanotte di ieri a Napoli in un appartamento occupato da extracomunitari nel centro della città,tra via Oronzio Costa e via Colletta, precisamente in vico della Vicaria, nei vicoli a ridosso del vecchio tribunale. Secondo le informazioni dei vigili del fuoco nell’esplosione, dovuta ad una bombola di gas, sono rimaste ferite 5 persone mentre una sesta é morta. Si tratta di una donna il cui corpo é stato recuperato sotto le macerie. Sono ancora in corso le ricerche per verificare la presenza di eventuali altre persone nell’appartamento.La forte esplosione nell’alloggio al piano terra occupato da alcuni extracomunitari provocata da una bombola di gas, in cui una donna è morta e altre quattro persone sono rimaste ferite, ha causato anche il crollo del pavimento degli appartamenti al primo piano dell’edificio. Quando la polizia é giunta sul posto ha dovuto soccorrere alcune persone rimaste aggrappate a quello che restava dei solai. Gli abitanti dell’ area, una zona di stretti vicoli del centro antico con le palazzine addossate una sull’altra, sono tutti scesi in strada spaventati dai rumori, molti in pigiama. I cinque feriti, rimasti avvolti dalle fiamme,tutti in gravi condizioni sono stati ricoverati tre sono al Cardarelli, due al Loreto mare, uno dei quali in gravissime condizioni.
Positano, travolse e uccise la 16enne Giovanna Acampora. Condannato 3 tre anni di carcere
Condannato a tre anni di carcere il 50enne di Positano Salvatore Milano che nella serata del primo novembre del 2010 travolse e uccise con il suo fuoristrada la 16enne Giovanna Acampora. Il terribile incidente avvenne sulla statale Amalfitana in località Laurito, poco distante dall’hotel San Pietro e al confine tra il comune di Praiano e quello di Positano, dove la ragazza abitava con i genitori. E ieri il giudice Ornella Dezio ha condannato Milano a una pena di tre anni per omicidio colposo, senza concessione delle attenuanti generiche e con l’aggravante di avere violato il codice della strada per aver superato i limiti di velocità e non aver rallentato in prossimità della fermata degli autobus. La sedicenne infatti era scesa da poco da un pullman della Sita quando si verificò la tragedia. Era rimasta qualche minuto alla fermata, in attesa di un mini bus, per scambiare qualche chiacchiera con alcune amiche. Ma arrivò, la Jeep Wrangler guidata da Milano che la investì e la uccise sul colpo.
Clan Ascione-Papale, si pente Giuseppe Costabile: condannato per il tentato omicidio Cefariello
Ercolano. Nuova defezione nelle fila del clan Ascione Papale, Giuseppe Costabile ha deciso di collaborare con la giustizia. L’ufficializzazione del pentimento è arrivata nel processo per il tentato omicidio di Marco Cefariello. Contabile è stato condannato a otto anni con i benefici di legge sui pentiti. Marco Cefariello anch’egli collaboratore di giustizia, guidò per un periodo le sorti del clan Birra-Iacomino. Secondo gli inquirenti Giuseppe Costabile detto “’o ragno”, affiliato agli Ascione-Papale tentò di eliminare il giovane rampollo dei Birra già elemento di spicco del clan di via Cuparella. Il figlio di “’o ninnill” – gestore tra l’altro di Radio Centro Campania, emittente pirata con sede in via Doglie, alle spalle della chiesa del sacerdote anticamorra Raffaele Falco – si recò in via Pugliano, nei pressi di via Pace facendo esplodere un colpo di arma da fuoco contro Cefariello, mancandolo. Dalle ricostruzioni sembra che la pistola si sia inceppata. Nella notte del 22 settembre, Costabile venne fermato ed arrestato nei pressi di Terzigno durante il furto di un’automobile. Nella perquisizione venne rinvenuta la pistola utilizzata per l’attentato a Cefariello. Costabile fu arrestato nel luglio del 2015, nell’ambito del blitz per gli omicidi di Raffaele Di Grazia e Lucio Di Giovanni uccisi in via Venuti il 6 febbraio 2000 a 100 passi dalla caserma dei carabinieri di Ercolano. Di Giovanni aveva firmato il registro dei pregiudicati sottoposti all’obbligo qualche minuto prima. Secondo l’accusa ad uccidere i due cognati un commando composto da uomini del clan Lo Russo di Milano che avrebbero agito per fare un favore ai Birra-Iacomino.
Omicidio Vaccaro: la Cassazione conferma l’ergastolo per il boss Adinolfi
La Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per il boss di san Marzano, Umberto Adinolfi ‘a scamarda quale mandante dell’omicidio dell’imprenditore Salvatore Vaccaro operante tra Angri e Scafati. L’omicidio avvenuto nel 2004, in via Nazionale ad Angri. Vaccaro fu inseguito e poi ucciso al confine con Sant’Egidio del Monte Albino. La sua auto fu affiancata da una moto in sella alla quel si trovavano Luigi Iannaco, zì maisto, già condannato (reo confesso) in precedenza, e il presunto killer Giuseppe Bombardino, assolto in precedente per assenza di prove. La vicenda fu ricostruita dal pentito Pietro Selvino. Il boss Umberto Adinolfi avrebbe dato l’ordine di procedere con l’omicidio, preannunciato anche da un biglietto di minacce di Vaccaro. Biglietto consegnato all’imprenditore da Vincenzo Nappo, detto ‘o nonno di Scafati. Movente del delitto sarebbe stata una tangente di 50 milioni di vecchie lire, non pagata dall’imprenditore angrese, per un albergo in via di costruzione. L’Hotel Villa Luisa. Vaccaro non aveva ceduto, decidendo invece di denunciare gli autori della minaccia. Ma prima di recarsi in questura, aveva pagato una prima tranche della tangente, pari a circa 30 milioni. Poi intervenne la polizia. Il boss di San Marzano sul Sarno non glielo perdonò e una volta uscito dal carcere, decise – stando alla ricostruzione degli inquirenti – di organizzare la vendetta.
(nella foto il boss Umberto Adinolfi)
Per Umberto Accurso pronto il regime di carcere duro. E su Facebook la pagina dedicata alla famiglia con oltre mille “like”
Con la cattura di Umberto Accurso si chiude una pagina della lotta alla camorra napoletana, quello dei giovani spietati di Scampia e Sconsigliano. Ma la caccia continua così come la lotta. C’è l’altro boss “fantasma” da catturare: Marco Di Lauro, il figlio di Ciruzzo ‘o milionario di cui ieri si era diffusa la notizia della sua cattura. Poi smentita dagli inquirenti. Umberto Accurso è da ieri rinchiuso nel carcere di Secondigliano ma presto potrebbe essere trasferito al carcere duro in una struttura di massima sicurezza lontana dal suo quartiere. Il carisma di boss spietato nonostante la sua giovane età da anni fa il giro del web. “Umbertino” come lo chiamano nel quartiere è uno che comanda e decide sulla vita delle persone in modo spietato e crudele. Ma è anche amato dai tanti che con lui vivevano e vivono grazie allo spaccio 24 ore su 24 di droga. Non a caso su Facebook c’è una pagina dedicata alla moglie e ai suoi figli, con tanto di fotografie prese dall’album di famiglia, scatti di vita privata con i piccoli sorridenti sul divano damascato, nel bagno arredato con ori e rasi, e sul letto con drappeggi e sete. Tutto in perfetto stile Gomorra.Ci sono 1247 “Like” come segno tangibile di rispetto al boss che non viene mai nominato in prima persona. Dai commenti si capisce come il quartiere gli sia solidale “Noi siamo tutti con voi non temete, non siete soli, ora pensate a godervi questo momento… piano piano aggiusteremo anche le altre cose e ritornerete sotto il cielo di Napoli dove noi tutti vi aspettiamo… è qui il vostro posto. Vi amiamo”., il riferimento è alla vicenda dei figli prima sottratti alla mamma e poi riassegnati. Vicenda che ha determinato il clamorso assalto alla Caserma dei Carabinieri di Secondigliano decisa, secondo alcune intercettazioni telefoniche nelle mani degli investigatori, proprio dallo stesso Umberto Accurso che avrebbe guidato in prima persona il commando che esploso le 38 pallottole contro i muri della caserma. “Tutta Secondigliano li ama e li aspetta”, si legge nei messaggi rivolti alla giovane moglie. E ancora: “Qui tutti li vogliamo, li amiamo e mai nessuno potrebbe fargli del male, il male a questi bambini lo state facendo voi credendo alle parole del loro zio”.
Avellino: 7 arresti all’Acs. Nella coop sistemati parenti e amici. La carta di credito utilizzata per le spese dell’amante
La Polizia di Stato di Avellino, dalle prime ore di questa mattina,ha eseguito 7 misure cautelari personali (un arresto domiciliare e 6 divieti di dimora nel Comune di Avellino) a carico dell’amministratore della societa’ partecipata dal Comune denominata Acs (azienda citta’ servizi) e di amministratori di cooperative. I reati contestati vanno dal peculato alla corruzione. I protagonisti della vicenda hanno distratto fondi pubblici per le proprie utilita’ e per favorire parenti, amanti ed amici. Le attivita’ di intercettazione telefoniche ed ambientali hanno disvelato una gestione chiaramente “criminale” della societa’ e dimostrato che l’utilizzo delle cooperative aveva la reale finalita’ di creare contenitori per sistemare amici e parenti. Le indagini, coordinate dalla Procura di Avellino, sono iniziate nel marzo 2015 e oggi l’esecuzione delle ordinanza e’ stata eseguita dagli uomini della Squadra mobile, coadiuvata dall’Upgsp e dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Avellino. La carta di credito aziendale usata per le spese dell’amante, del cognato e della cognata, ma anche per acquisti personali. L’amministratore unica dell’Avellino Citta’ Servizi, Amedeo Gabrieli, si trova da questa mattina agli arresti domiciliari per ordine del gip di Avellino, che ha disposto anche 6 divieti di dimora a carico di funzionari della societa’ e del Comune di Avellino. In particolare l’amministratore e’ accusato di aver affidato servizi a cooperative costituite ad hoc, anche da pregiudicati, senza bandire gare d’appalto “in cambio di un ingiustificato consenso popolare e di sostegno elettorale”, si legge nell’ordinanza. L’Acs, societa’ in house a totale partecipazione comunale, era diventata il ‘bancomat’ per pochi eletti. In particolare per i parenti dell’amministratore che, pur non avendo alcun rapporto con la societa’, utilizzavano la carta di credito aziendale per spese personali, vacanze e acquisti anche importanti. A loro disposizione anche il telepass aziendale. Le indagini sono cominciate un anno fa e gli indagati, pur avendo ricevuto avvisi da parte degli inquirenti, non hanno desistito dalle loro condotte. Nell’indagine sono coinvolti a vario titolo anche numerosi amministratori pubblici. E’ stata sequestrata una mole consistente di documentazione contabile e amministrativa sull’anomala gestione delle spese, il piu’ delle volte illegittime, effettuate dall’Acs per diverse centinaia di migliaia di euro.
Nola, infermiere indagato: attestava false cure domiciliari a pazienti terminali
Aveva dichiarato di aver reso cure domiciliari, in realtà mai avvenute, a pazienti affetti da patologie terminali. finanzieri del comando provinciale di Napoli,su ordine della Procura della repubblica di Nola, hanno eseguito un provvedimento di sequestro di somme di denaro e notificato un avviso di conclusione delle indagini nei confronti di un infermiere che ha truffato il sistema sanitario. In particolare, i militari della compagnia di Nola hanno riscontrato che l’infermiere,un sessantenne, in servizio presso l’azienda Sanitaria locale di Nola – Asl Napoli 3 Sud – ed incaricato di svolgere Assistenza domiciliare a favore di pazienti affetti da gravi patologie, era solito falsificare i documenti relativi alle prestazioni rese, Attestando cure giornaliere di diverse ore a malati che in realtà Ricevevano visite di pochi minuti o, in alcuni casi, non venivano proprio Assistiti. Le indagini, avviate a seguito di alcune segnalazioni pervenute alle Fiamme gialle nolane e condotte attraverso l acquisizione delle dichiarazioni dei pazienti e dei familiari dei malati, hanno permesso di rilevare che, nonostante i report delle visite domiciliari fossero perfettamente compilati ogni mese,in realtà ,essi riportavano maggiorazioni di orari al solo fine di consentire al sanitario di ottenere indennità per prestazioni effettivamente non rese. L’infermiere,infatti,non solo era solito non presentarsi agli appuntamenti concordati o comprimere le cure di diverse ore in pochi minuti ma anche pretendere, talvolta con inganno, le firme dei pazienti per attestare l’avvenuta corretta erogazione della prestazione. Sono tuttora in corso accertamenti finalizzati a ricostruire eventuali ulteriori casi di truffa realizzati dall’infermiere infedele.
Adamo: un agguato firmato dai Sorianiello. La vittima era parente del boss Grimaldi “Settirò”
L’omicidio di Stefano Adamo rientra nella faida in atto nella zona flegera. Nei sono convinti gli investigatori che indicano la sua uccisione come un ulteriore segnale di guerra dell’alleanza tra i gruppi Sorianiello-Romano-Giannelli e del Rione Traiano contro i Vigilia-Pesce-Marfella. quello di Adamo per gli investigatori sarebbe un agguato firmato dai Sorianiello che comandano in quella zona. La vittima a Soccavo abitava in via Croce di Piperno, ma da quattro mesi si era trasferito a Quarto. Nel quartiere d’origine si vedeva poco Stefano Adamo, imparentato con i Grimaldi in quanto un fratello ha sposato una sorella del boss detenuto Ciro “Settirò”, quest’ultimo storicamente sempre legato ai Vigilia. La sua eliminazione, in pieno giorno, è il segnale di forza del gruppo che ha ormai preso il sopravvento nella zona flegrea anche perché si è creata una sorta di super alleanza con i Puccinelli-Cutolo-Petrone del rione Traiano e federati con i Cesi-Baratto di Fuorigrotta. La faida in atto nella zona è iniziata con il ferimento di Salvatore Romano a Pianura, a novembre, fino all’omicidio di Giuseppe Perna detto “Viglione” del 5 marzo scorso in un pub di via Cannavino. Dentro questa esclation criminale ci sono una serie di “stese” dimostrative di killer armati nei quartieri di Soccavo e Pianura ma anche la bomba carta fatta scoppiare in via Cavalleggeri d’Aosta e il lancio di bottiglie molotov con le quali fu fatta incendiare la saracinesca del bar del padre del boss, all’epoca ancora latitante, Alessandro Giannelli. Il 5 febbraio ci fu l’omicidio di Pasquale Zito avvenuto a pochi passai dalla sua abitazione tra via Maiuri e via Morandi. Anche questo omicidio viene imputato al gruppo Giannelli. E ancora il conflitto a fuoco del 20 marzo scorso prima tra i componenti dei due clan e poi con la polizia in via Giorgio dei Gracchi, conclusosi con l’arresto per detenzione in concorso di armi da fuoco di Nunzio Spina, 51 anni ex pentito di Forcella residente ad Afragola e ritenuto legato ai nuovi boss di Pianura, l’alleanza Romano- Lago-Sorianiello-Giannelli. E poi ancora l’agguato fallito due giorni dopo contro il ras di Pianura, Vincenzo Foglia e il figlio Alfredo sfuggiti ad un agguato mortale nei pressi di un circolo ricreativo in via Duca d’Aosta. Per finire con il clamoroso agguato del primo maggio contro il figlio minorenne del boss Alessandro Giannelli. Una situazione esplosiva insomma e che ieri ha lasciato sul selciato un’altra vittima.
(nella foto il luogo dell’omicidio e nel riquadro la vittima Stefano Adamo)
Ritardi sospetti nei lavori di restauro: blitz della Dia agli Scavi di Pompei
Blitz antimafia agli Scavi di Pompei: Stamani gli uomini del nucleo speciale della Dia di Napoli si sono presentati negli uffici della soprintendenza degli Scavi di Pompei con il compito di acquisire atti relative alle ultime gare di appalto.Nel mirino dell’antimafia tutta la documentazione relativa alla gara e allo stato di avanzamento del cantiere per il restauro della domus del Marinaio. Al centro dell’inchiesta le continue proroghe dei lavori. Gli investigatori vogliono capire se la ditta che sta eseguendo i lavori ha ricevuto pressioni o richieste estorsive. I tecnici della soprintendenza e i supervisori sono tranquilli e addebitano ufficialmente i ritardi di circa un anno alla mancanza delle analisi strutturali di tipo statico del progetto di restauro. Gli 007 dell’antimafia hanno acquisito i fascicoli contenenti tutta la procedura della gara d’appalto e i carteggi dei flussi di pagamento alle ditte collegate al restauro, tra chi fornisce il materiale e chi gli operai, e hanno anche chiesto elementi chiarificatori al direttore generale della soprintendenza, Massimo Osanna, al responsabile unico del procedimento, Ernesto De Carolis, e al direttore dei lavori Bruno De Nigris.
Indagine della Dda: perché Genidoni era a Napoli nel periodo della strage?
Per la strage delle Fontanelle alla Sanità c’è un’indagine nell’indagine. La Dda napoletana infatti vuole capire come sia stato possibile che Antonio Genidoni abbia avuto un permesso per motivi di salute di cinque giorni che gli ha consentito di muoversi da Milano dove era agli arresti domiciliari da alcuni mesi e scendere a Napoli. Genidoni è stato appoggiato per cinque giorni a Marano a casa di alcuni parenti proprio nel periodo prima e subito dopo la strage. Il provvedimento del Tribunale di sorveglianza di Milano dal punto di vista procedurale è ineccepibile, ma gli investigatori napoletani vogliono capire se ci siano state complicità. Quali sono le patologie di cui soffriva colui che viene indicato come il mandante della strage della Sanità? Ci sono delle manomissioni nella sua cartella clinica? O c’è altro. La squadra mobile di Napoli su delega della Dda sta indagando.
Pomodoro San Marzano dop: nasce il primo campo vetrina nell’area nolana
Il pomodoro San Marzano dop in mostra nel primo ‘campo vetrina’ dell’area Nolana, ottomila metri quadrati dove saranno seminate piantine rigorosamente selezionate da esperti agronomi, e coltivati da giovani agricoltori, che serviranno per menù tipici, per il rilancio dell’agricoltura, per promuovere progetti di imprenditoria giovanile, e sostenere la solidarietà. Nel campo vetrina realizzato in un’area della provincia di Napoli, sarà possibile assistere ad ogni fase di crescita del cosiddetto ‘oro rosso’ ed oltre al San Marzano sono state messe a dimora anche altre due varietà di pomodoro, il giallo di Visciano e il pomodorino del piennolo rosso recuperato, sempre nel piccolo centro collinare, all’interno dell’Eremo dei Camaldoli. Il primo campo vetrina del Nolano rappresenta,infatti, l’epicentro di un’operazione di rilancio sostenuta dall’Agenzia Area Nolana attraverso un patto sottoscritto il 27 gennaio scorso con i sindaci dei Comuni azionisti della società pubblica, in primis quelli ricompresi nell’area Dop del disciplinare di produzione del San Marzano: Nola, Marigliano,Camposano, Palma Campania, Cicciano, Cimitile, San Vitaliano, Scisciano, Mariglianella e Roccarainola, comune quest’ultimo che, pur non facendo parte della zona in cui si coltiva il pomodoro che una volta lavorato potrà fregiarsi della denominazione di origine protetta, accoglie un importante polo della ristorazione. La valorizzazione del prodotto prevede, infatti, anche l’inserimento di una ricetta a base di San Marzano nei menu dei locali dell’hinterland, che ha portato alla sottoscrizione del patto anche da parte di chef e ristoratori. Nel campo vetrina si accenderanno, dunque, i riflettori dello sviluppo ma anche quelli della solidarietà, con un orto sociale curato direttamente da associazioni del terzo settore.”Grazie ai sindaci che ci hanno creduto- ha sottolineato Giovanni Trinchese, amministratore unico dell’Agenzia di sviluppo dei Comuni dell’area nolana -i giovani hanno ripiantato le nostre radici scommettendo sul potenziale offerto da prodotti unici al mondo.La speranza è che le nuove generazioni raccoglieranno il testimone, investendo nelle proprie straordinarie risorse e su quelle offerte dal territorio in cui vivono”.
Ricoverato in ospedale Sorrento con febbre, muore 55 enne di Pompei. Inchiesta della Procura
La Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha aperto un’ inchiesta sul decesso di un 55enne di Pompei, Giuseppe Ruocco, ricoverato il 7 maggio scorso per con febbre alta al Pronto soccorso dell’ Ospedale di Sorrento, dove è morto dopo qualche ora. E’ stata disposta la riesumazione della salma del 55enne per un’autopsia che dovrà stabilire se l’uomo, autista di una cooperativa di trasporto turistico tra Sorrento e Positano, sia stato vittima di un caso di malasanità, come denunciano la moglie e i figli. ”Mio padre che è stato ricoverato alle 18 di sabato scorso con febbre altissima, ed è deceduto alle 3,15 della mattina seguente, restando sulla barella in pronto soccorso per tutto il tempo – afferma la figlia, Fabiana – ma sul certificato di decesso è scritto che è morto alle ore 18.15, cioè un quarto d’ora dopo il ricovero, per infarto. Ma un elettrocardiogramma non gli è stato mai praticato. I carabinieri di Pompei, ai quali i familiari del defunto hanno presentato un esposto, hanno sequestrato la cartella clinica di Giuseppe Ruocco.
Castellammare: promisero posti di lavoro a Italo in cambio di soldi e appoggi elettorali. Ecco i nomi dei cinque truffatori
Avevano truffato una ventina di giovani di Castellammare e dei comuni vicini promettendo posti di lavoro a ItaloTreno incassando somme dai tre a cinquemila fino a 10mila euro e poi avevano cercato anche il consenso elettorale perché alle scorse elezioni comunali si erano presentati con una propria lista civica. Ad alcuni dei giovani truffati avevano anche chiesto di candidarsi. Ora per gli organizzatori e promotori della truffa è pronta la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Prrcura di Torre Annunziata che nei giorni scorsi ha firmato la chiusura delle indagini. I cinque indagati sono Catello Garigulo, 44 anni, di Castellammare, Andrea Viscardi 55 anni, di Nola, Francesco Buondonno, 33 anni di Santa Maria la Carità, Giulio Raimo, 52 anni di Castellammare e un altro stabiese, Francesco d’Assisi Di Maio di 32 anni. I cinque sono accusati di associazione per delinquere e truffa aggravata e falso. I promotori della truffa secondo l’inchiesta della guardia di finanza a cui si erano rivolti alcuni dei giovani truffati sono Catello Gargiulo e Andrea Viscardi che avevano fondato l’associazione politica Progetto Italia (la lista civica che si presentò alle scorse elezioni comunali stabiesi nel 2013 di chiamava Movimento Progetto Italia-Mid ed appoggiava l’ignaro avvocato Salvatore Vitiello alla carica di sindaco) e attraverso di essa millantavano amicizie influenti con politici e funzionari della Ntv, la società della cordata di Luca Cordero di Montezemolo che gestisce ItaloTreno. Naturalmente dopo aver sborsato i quattrini e fatto la campagna elettorale (con scarsissimo successo) i cinque sono spariti e nessuno dei giovani è stato mai chiamato dalla società per un colloquio di lavoro. Di qui la denuncia, l’inchiesta e ora la prossima richiesta di rinvio a giudizio.
Sterminò un’intera famiglia per motivi di parcheggio nel casertano: condannato all’ergastolo
Il pm del Tribunale di Napoli Nord Ilaria Corda ha chiesto l’ergastolo per Luciano Pezzella, la 51enne guardia penitenziaria, attualmente sospesa, accusata di aver ucciso il 12 luglio 2015, per una questione di parcheggio, quattro persone a Trentola Ducenta (Caserta), tra cui i tre vicini Michele Verde, 61 anni, Enza Verde 58, e Pietro Verde di 31 anni, padre, madre e figlio. La quarta vittima è il 37enne Francesco Pinestro, che la mattina dell’eccidio si era recato a casa di Verde per scaricare delle cassette di frutta. Questa mattina in aula – il processo si svolge con rito abbreviato davanti al giudice Daniele Grunieri – erano presenti gli altri due figli di Michele Verde e la fidanzata del 31enne Pietro, Antonella, 24 anni, scampata miracolosamente al massacro. Pezzella, ricostruirono i carabinieri di Aversa, dopo aver intimato a Pinestro di spostare il furgoncino parcheggiato davanti casa dei Verde, perché gli dava fastidio, salì in casa, prese la pistola d’ordinanza e iniziò a sparare colpendo Pinestro, poi Michele Verde; quindi entrò in casa e colpì con furia cieca Pietro e la madre. La fidanzata di Pietro era a letto, sentì i colpi di pistola, uscì dalla stanza e trovo i corpi distesi a terra in un lago di sangue. L’avvocato della famiglia Verde, Mario Griffo, si è associato alla richiesta del pm chiedendo inoltre una maxi-provvisionale di un milione di euro.
Il boss Umberto Accurso durante la latitanza scrisse una canzone per il figlio “A’ libertà”. GUARDA IL VIDEO
Dopo il boss poeta, Aldo Gionta di Torre Annunziata si scopre il boss autore di testi neomelodici. E’ proprio Umberto Accurso, uno dei cento latitanti più pericolosi d’Italia, catturato ieri pomeriggio a Qualiano. Il reggente della Vanella Grassi ha scritto una canzone per il figlio. Il boss Umberto Accurso, 24 anni è colui che secondo gli investigatori, ha sparato nei giorni scorsi numerosi colpi d’arma da fuoco contro la caserma dei carabinieri del quartiere Secondigliano a Napoli. Accurso è stato arrestato dai carabinieri in un appartamento di Qualiano. Secondo una delle ipotesi investigative, la sparatoria sarebbe stata una vendetta di Accurso contro lo Stato ritenuto dal reggente colpevole di avere sottratto a lui e alla sua compagna i figli. Una decisione presa per proteggere i bambini da eventuali ritorsioni visto che il fratello di Accurso, Antonio, è diventato collaboratore di giustizia. La donna, infatti, avrebbe rifiutato il programma di protezione. Il brano scritto dal presunto reggente della Vanella Grassi, intitolato “‘A libertà” e dedicato al figlio, è stato poi cantato dal neomelodico Anthony. “Tu non lo sai che si prova a stare lontano dalla famiglia, con una moglie e un figlio che non posso mai abbracciare”, recita un brano della canzone.
E’ Francesco Mannino l’uomo fermato per aver occultato il cadavere di Giovanna Arrivoli
Il GPS del suo telefonino e, soprattutto, il DNA. Sono questi i due elementi che hanno portato al fermo di Francesco Mannino con l’accusa di occultamento di cadavere nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Giovanna Arrivoli, 41 anni, detta ‘Gio’, il cui cadavere e’ stato trovato in un fosso a Melito, nel Napoletano, tre giorni fa. I carabinieti avevano eseguito il fermo il giorno dopo, domattina ci sara’ la convalida del provvedimento davanti al gip del tribunale di Napoli Nord. Le sue impronte digitali dell’uomo sarebbero state trovate su una pala per gli investigatori usata per scavare il fosso dove e’ stato occultato il corpo della donna, uccida forse altrove con tre colpi di pistola per uno sgarro nel mondo dello spaccio di droga che fa capo al clan Amato-Pagano.
Violentarono una turistica americana a Sorrento: pene lievi per l’ex calciatore Franchini e un rampollo della Caserta Bene
Sono stati condannati Francesco Franchini e Riccardo Capece, i due giovani casertani che lo scorso anno violentarono una turista americana nei bagni di una discoteca di Sorrento. Il primo, che è un calciatore, giocava, fino al momento del suo arresto, nel Gladiator, la squadra di calcio di Santa Maria Capua Vetere che milita nel campionato dell’Eccellenza Campania, è stato condannato a 4 anni e 4 mesi mentre il secondo, che è il figlio di un noto ristoratore casertano, a 3 anni e 4 mesi. La sentenza è stata emessa dal gup Emma Aufieri del Tribunale di Torre Annunziata. Il processo si è svolto con il rito abbreviato per cui i due imputati hanno usufruito di un abbondante sconto di pena. Sia Franchini sia Capece erano presenti in aula al momento della lettura della sentenza così come la vittima, la newyorkese 25enne Jenna. La squallida vicenda avvenne all’interno di una toilette di una discoteca di Sorrento nella notte tra il 27 e 28 luglio scorsi. Il giorno dopo la bravata i due si fecero anche un selfie con il segno della vittoria mentre bevevano un drink sulla terrazza di uno stabilimento balneare di Nerano. Riccardo è figlio del titolare di una nota catena di ristoranti. Francesco, che ha giocato da centrocampista per il Sora e il Gladiator. E proprio in Ciociaria era stato protagonista di una vicenda simile. I due furono rintracciati grazie alla descrizione della vittima e grazie alle riprese delle telecamere di sorveglianza del locale. Franchini fu incastrato dal tatuaggio che gli copre quasi per intero il braccio destro.