Antonio Genidoni e la mamma addolorata Spina decisero che fosse Emanuele esposito a compiere la vendetta di famiglia. Uno di famiglia appunto perché non si fidavo degli altri. Emnauele è il fidanzato della nipote di Addolorata Spina, Angela. Uno che non li deluderà. Anzi, uno che ha già cominciato a difendere le ragioni della famiglia, a togliere qualche “pacchero da faccia” ai perdenti. Antonio Genidoni lo spiega alla mamma: “Emanuele ha giurato su Ciro (il ragazzo morto a gennaio 2015, ndr), che domani va nella Sanità ad aprire le case che hanno chiuso saldando le porte di ingresso, e cacciato via le persone. Si metterà lui dentro e poi vedremo…”.Ed Emanuele dimostra subito di essere l’uomo giusto. Va alla Sanità e compie la missione di morte. Uccide Giuseppe Vastarella e Antonio Spina e ne ferisce tre, Antonio e Dario Vastarella e Alessandro Ciotola. Ma al suo ritorno a Milano Lady Camorra non è ancora contenta. Non del tutto. Il ragazzo parlando con i familiari si vanta del suo gesto eclatante: “Quale era il patto? Una botta? Ne ho fatte cinque!”. Ma lei lo rimprovera di “non aver preso il perno principale”. E ribadisce di volere la testa del capoclan o di suo figlio “O il padre o il figlio… o il padre o il figlio… non lo voglio dire più…”.
Antonio Genidoni dopo il duplice omicidio di Marano aveva capito che l’aria era diventata troppo pesante e temeva di essere arrestato per il clamore degli omicidi a raffica e degli attentati lungo l’asse Miano-rione Sanità. Ma non sapeva di essere intercettato e parlava liberamente nel suo appartamento a Milano dove era agli arresti domiciliari. E infatti conversando con Emanuele Esposito e un tale Gino che era in casa con loro dopo il duplice omicidio di padre e fratello di quest’ultimo dice: “Devo vedere non farmi arrestare adesso, se mi arrestano a me… è finita! Solo di non farmi arrestare …però quà non posso stare …perché quà sicuramente fanno qualche blitz mo!».
Antonio: “Maggià organizzà o Gi… devo scendere a Napoli”. Emanuele continua a piangere ed ad imprecare. Dice: “Emanuele …incomp…. schiattare la capa”.
Antonio: “Mo è schiattamm a cap pur a lor, mo e pigliamm a tutti quanti, uomini creature, femmine”.
Emanuele: “Incomp, carcerato ..mi devi morire tu… mo piglio le bombe è gliele butto nelle case sull’anima di Ciro… devo andare solo in galera mo! Mo prendo le bombe è gli uccido le creature ..incomp… sull’anima di Ciro…è inutile che piango ..non ci sta niente da fare”.
Antonio: “Mo scendo pure io”.
Gino: “Dove vai?”.
Emanuele: “Mo amma accirer tutta …incomp.. li dobbiamo sterminare tutta la famiglia…. le bombe… devo buttare le bome mo’! le bombe …non …incomp… le pistole ora!”.
Antonio: “Io non ho mai visto, sull’anima di mio fratello, come fanno la malavita questa gente, non l’ho mai visto in vita mia ..le pagano pure a sta gente le pagano pure”.
Emanuele: “Mo scennimm pur nui”.
Antonio: “Lascia stare, mo scendiamo noi!”.
Emanuele: “Dobbiamo solo sapere chi è… perché sta qualcuno che sta portando le imbasciate interno.. Antonio ’o frat…. credimi …credimi a me..qualcuno che o’ frat …tutta la tarantella ..credimi a me!”.
Antonio: “Emanuele”.
Emanuele: “Sono andati a pigliare a papà Antonio”.
Antonio: “Eh”.
Emanuele: “A mio fratello”.