Anche il quartiere Ponticelli continua a far registrare accese frizioni tra gruppi criminali, che si rendono protagonisti di scorribande armate e sparatorie. Imploso il clan DE MICCO, si registra una forte conflittualità tra i gruppi che vorrebbero ereditarne l’influenza sul quartiere. Allo stesso modo si segnalano scontri che vedono contrapposti la famiglia DE MARTINO, fedelissima ai DE MICCO, e gruppi emergenti. Il 18 luglio, è stato tratto in arresto a Barcellona (Spagna)478 un latitante, sottrattosi, a febbraio 2018, all’esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal GIP presso il Tribunale di Napoli per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. L’ordinanza è stata emessa a conclusione dell’operazione “Scugnizza 2”, che ha documentato l’importazione di ingenti quantitativi di stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana) da parte di un’associazione composta da soggetti legati al clan DE MICCO e a un gruppo del Rione Pazzigno di San Giovanni a Teduccio, in seno alla quale il latitante avrebbe ricoperto il ruolo di responsabile dell’approvvigionamento e dello smistamento dello stupefacente nelle zone di Massa Carrara e Ibiza (Spagna).
La deflagrazione del clan DE MICCO, ma anche le difficoltà operative dell’avversario clan D’AMICO hanno contribuito a rendere la zona terreno fertile per altri gruppi coalizzatisi in un unico cartello, composto dalle famiglie DE LUCA BOSSA- MINICHINI-SCHISA di Ponticelli e RINALDI-REALE. Il 5 novembre, la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento cautelare che ha colpito affiliati al gruppo DE MARTINO e al sodalizio MINICHINI-DE LUCA BOSSA. Prima ancora, un’altra attività investigativa, condotta dai militari dell’Arma, aveva docu-mentato la solidità di un altro gruppo riferibile alla famiglia CASELLA – articolazione del disciolto clan SARNO – che gestiva nel quartiere Ponticelli alcune piazze di spaccio481. L’indagine ha accertato il forte radicamento del gruppo CASELLA sul territorio dove ha operato prima in accordo, poi in disaccordo, con i DE MICCO, benefi-ciando altresì del supporto del clan MAZZARELLA. Nel quartiere Barra opera il sodalizio CUCCARO-APREA, la cui egemonia era stata messa in discussione da una nuova consorteria criminale, formata da ex appartenenti, attualmente non più operativa.
Area Occidentale – quartieri Pianura, Fuorigrotta, Bagnoli, Soccavo, Rione Traiano
A Pianura si è consolidato uno scenario che era radicalmente mutato a partire dal 2017, a causa dagli arresti di appartenenti al cartello PESCE-MARFELLA e dal percorso collaborativo intrapreso da elementi di vertice dei clan PESCE e del contrapposto gruppo MELE, capaci di svelare assetti ed organigrammi delle consorterie di appartenenza. Nei mesi estivi del 2018 si era rinnovata una situazione di particolare tensione, con l’aumento di episodi delittuosi483, smorzata dall’esecuzione di diversi provvedimenti cautelari. Il 28 agosto 2018, personale della Polizia di Stato ha arrestato, per porto abusivo di arma da fuoco, un pregiudicato, ritenuto a capo di una nuova, inedita alleanza tra le famiglie MARFELLA e MELE. Il successivo 30 settembre, la Polizia e l’Arma dei carabinieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare per estorsione aggravata da finalità mafiose e porto abusivo di arma da fuoco, nei confronti di tre uomini ritenuti affiliati al clan MELE. Nel corso dell’indagine è stato documentato come due degli arrestati, poco prima dell’esecuzione del provvedimento, brandeggiavano, per le strade di Pianura, in sella a uno scooter, una mitraglietta Skorpion per incutere timore ai passanti. Infine, il 13 dicembre 2018, sei pregiudicati legati al clan TOMMASELLI, operante a Pianura e Soccavo, sono stati arrestati in esecuzione di un provvedimento cautelare per associazione di tipo mafioso e spaccio di droga. L’indagine ha consentito di ricostruire l’operatività, tra il 2013 ed il 2014, del clan nato dalla scissione di precedenti organizzzioni di cui il capo clan ha, nel tempo, fatto parte. Infine, un ulteriore provvedimento cautelare, notificato in carcere al capo del clan LAGO, già detenuto per rpina, potrebbe rappresentare l’epilogo del tentativo di riorganizzare l’omonimo clan. Una rimodulazione degli assetti si registra anche a Bagnoli e Cavalleggeri d’Aosta, in conseguenza di importanti operazioni di polizia che hanno profondamente disarticolato e depotenziato i gruppi attivi in tale contesto, tutti potenzialmente interessati, come altri sodalizi napoletani, ai lavori per la bonifica del litorale di Bagnoli (zona ex Italsider). Tra questi, il clan D’AUSILIO conta un gran numero di affiliati detenuti, tra cui lo stesso capo clan – condannato all’ergastolo e sottoposto al regime penitenziario previsto dall’art. 41 bis o.p. – e i suoi due figli. Nelle stesse condizioni si trova il sodalizio GIANNELLI. Il gruppo ESPOSITO, il cui capo clan è detenuto e che sarebbe ora capeggiato dalla moglie, potrebbe aver aggregato personaggi un tempo legati alla famiglia GIANNELLI. A Fuorigrotta, non si registrano mutamenti del contesto criminale, se non per alcuni episodi che farebbero ipotizzare una frizione interna al sodalizio IADONISI-CESI, per il controllo delle piazze di droga e del racket dei parcheggi. A queste frizioni potrebbero essere ricondotte le esplosioni di colpi di arma da fuoco, avvenute il 5 ottobre 2018, in un’area a ridosso del Rione Lauro. A Soccavo si sono registrati agguati, sparatorie, danneggiamenti di autovetture ed abitazioni per il controllo del territorio, conteso tra più gruppi criminali. La situazione è stata resa più incandescente dalla presenza di elementi di spicco del clan VIGILIA, con base logistica e operativa al confine tra Soccavo e il Rione Traiano, che avrebbe contribuito a rafforzare le ambizioni di potere e di sopraffazione del gruppo rispetto ai clan rivali. I sucessivi arresti, eseguiti il 12 dicembre 2018 – in seguito all’emissione di un provvedimento cautelare del GIP presso il Tribunale di Napoli, eseguito dai Carabinieri – avrebbero posto un freno ai contrasti in atto. Il provvedimento ha riguardato affiliati e reggenti dei clan VIGILIA, SORIANIELLO e GRIMALDI: l’indagine ha documentato l’ascesa del sodalizio VIGILIA dopo la scissione dal gruppo GRIMALDI, consentendo, tra l’altro, di smantellare una rete di spaccio. Nel Rione Traiano sono presenti il gruppo PUCCINELLI-PETRONE e il sodalizio riferibile alla famiglia CUTOLO che, al momento, rappresenta la principale organizzazione operativa sul territorio. Il rinvenimento di numerose armi e munizioni è sintomatico di come i gruppi locali abbiano necessità di difendere la zona di competenza.