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Spari a Napoli, il presidente della Municipalità: “Siete topi di fogna, avete paura della gente perbene”

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Napoli. “Siete topi di fogna, avete paura della gente perbene. Meno Selfie – in riferimento al Ministro dell’Interno – e più lotta alla Mafia. E’ il commento di Ivo Poggiani, presidente della Municipalità, in riferimento alla stesa avvenuta all’alba di quest’oggi nel rione Sanità. “Sul territorio è  stato fatto un buon lavoro da parte delle forze dell’ordine ma adesso e’ importante presidiare quanto sottratto ai clan di camorra. Il pericolo è che altri gruppi criminali provenienti dai quartieri vicini possano cercare di prendere il posto di chi è stato allontanato dal quartiere. A Salvini dico “meno selfie e più lotta alla camorra”. Ai criminali dico, “siete topi di fogna e come topi di fogna uscite di notte, bardati, correte sui motorini perchè avete paura della maggior parte della città che, come diceva De Crescenzo, è gente d’amore”.

Cronache della Campania@2019


Nuovo sito di stoccaggio a Giugliano, il consigliere Casoria: “Faremo le barricate per impedirlo”

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Giugliano. “Per l’ennesima volta il comprensorio giuglianese, terra già martoriata a causa della incapacità della classe dirigente di gestire l’emergenza rifiuti, viene scelto per ospitare 80mila tonnellate di immondizia. Stiamo per passare dalla farsa delle eco-balle alla tragedia ambientale. Faremo le barricate per impedire questo scempio”. Così il consigliere comunale di Giugliano, Pasquale Casoria, in merito all’ipotesi di un sito di stoccaggio nel territorio giuglianese. “Niente di nuovo sotto il sole – continua l’esponente politico – lo avevo ampiamente previsto e denunciato attraverso gli organi di stampa e questa eventualità si è  puntualmente verificata. Adesso mi aspetto, cosi’ come ha dichiarato, che il nostro sindaco accolga i camion che arriveranno con i forconi per impedire questo ennesimo scempio”. “Siamo di fronte – conclude il consigliere Casoria – ad un gigantesco fallimento del governo regionale che ci ha letteralmente presi in giro, dal momento che, nel 2015, ha annunciato la rimozione delle eco-balle e adesso, a distanza di quattro anni, ci rifila altri rifiuti come se niente fosse. Noi non ci stiamo e promuoveremo tutte le iniziative possibili per impedire che si concretizzi questo disegno destinato ad affossare ulteriormente la nostra comunità. I giuglianesi difenderanno il loro futuro con le unghie e con i denti”.

Cronache della Campania@2019

Scaricava abusivamente i liquami dell’azienda bufalina: sequestrata struttura nel Casertano

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Nella mattina odierna, militari appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Pietramelara hanno dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione di misura coercitiva del divieto di dimora nella Provincia di Caserta e della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale, emessa su richiesta della Procura dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di M.A., di anni sessantasei, in qualità di legale rappresentante dell’omonima Azienda Agricola bovina sita in Roccaromana. L’articolata e complessa attività investigativa ha consentito di verificare che detta Azienda, in assenza di qualsivoglia piano di gestione dei reflui, nella specie dell ‘utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici di cui alla normativa tecnica della Regione Campania, aveva scaricato abusivamente i propri liquami direttamente su un’area sita in località Contrada Casillo e sul fondo agricolo denominato Loc. Ortenzio. L’indagine trae origine da un intervento operato d’iniziativa dai Carabinieri Forestali della Stazione di Pietramelara presso la predetta azienda: all’atto del sopralluogo gli agenti operanti avevano riscontrato la presenza di ingenti quantità di liquami zootecnici sversati in maniera incontrollata sui terreni ad essa adiacenti: più precisamente, sul fondo sito in “Contrada Casillo”, dell’estensione di circa 3 ettari, veniva accertato lo spandimento di una «quantità di rifiuti zootecnici così ingente da determinare l’innalzamento del fondo stesso di circa 1,30 metri al di sopra del suo livello naturale; mentre sul fondo ‘Ortenzio”, avente l’estensione di circa 1,50 ettari, veniva parimenti accertata la presenza di “un’ingentissima quantità di liquami”, che, oltre a spandersi sul terreno, tracimavano su un canale di scolo adiacente.
Per tali motivi, in data 20 febbraio 2019, le predette aree oggetto di illecito spandimento venivano poste sotto sequestro dai militari forestali.Un ulteriore e successivo sopralluogo consentiva altresì di accertare che la gran mole di rifiuti zootecnici si era in parte riversata anche sui terreni circostanti e che parte del letame defluiva all’interno di un canale di scolo delle acque piovane, con trasporto di quel rifiuto anche sui fossi circostanti, fino ai fossi di maltempo che conducono al limitrofo fiume Volturno. Va precisato che lo spandimento dei rifiuti zootecnici provenienti dagli allevamenti bufalini non è di per se ed in modo assoluto vietato, ma è normato dalla legislazione regionale in modo da evitare l’inquinamento dei fondi su cui esso viene effettuato. Tale normativa prescrive dettagliati adempimenti volti a consentire agli enti locali preposti un efficace controllo su tale attività, in quanto potenzialmente produttiva di danni all’ambiente nell’ipotesi di sovraccarico dello spandimento medesimo.
Così, è innanzi tutto posto il divieto di spandimento dei liquami, mediante aspersione, irrorazione, distribuzione superficiale ed interramento negli strati superficiali, tra l’altro: 1) in aree non agricole; 2) in aree boschive; 3) in aree con pendenza media maggiore del 15% (se prive di adeguate sistemazioni idraulico agrarie volte ad evitare il il c.d. “ruscellamento”. Inoltre, è prescritto a carico dell’autore dello spandimento, quando consentito, l’onere di inoltrare una comunicazione dello spandimento medesimo al Sindaco del Comune in cui sono ubicati i terreni sui quali la pratica dovrebbe avere luogo, almeno entro 60 giorni prima della distribuzione. Ciò al fine di consentite a tale Autorità di esercitare i controlli sull’attività di spandimento e, se del caso, inibirla del tutto.
La normativa in argomento prevede che la comunicazione deve essere redatta secondo un modello predisposto dalla Regione Campania e deve contenere tutti i dati inerenti la quantità di rifiuti sparsi e le caratteristiche e condizioni idrogeologiche dei fondi su cui avviene lo spandimento. Ciò chiarito, nel caso di specie appare evidente l’abusività della condotta posta in essere dall’indagato e non solo per l’accertamento del dato formale costituito dal mancato inoltro al Sindaco di Baia e Latina, ove ricadono i terreni, della comunicazione predetta, ma anche perché lo spandimento delle deiezioni degli animali è avvenuto, in spregio alla normativa vigente, in terreni non agricoli, senza cura alcuna della loro pendenza ed in modo da cagionare l’inquinamento di aree boschive. I rilievi fotografici effettuati dai militari forestali nell’immediatezza degli eventi hanno fatto emergere nitidamente che il terreno ove era stato operato lo spandimento appariva come una distesa desolata di letame, sul quale non sorgeva vegetazione alcuna, a differenza di quanto, invece, era visibile nei terreni circostanti, in cui si apprezzava la sussistenza di una vegetazione rigogliosa.
Dai medesi rilievi tecnici emergeva, altresì, la “compromissione” della matrice ambientale “significativa” e “misurabile”, in quanto lo spandimento abusivo riguardava una porzione “estesa” del suolo sussumibile in una quantità immensa di rifiuti zootecnici che avevano ricoperto quasi integralmente terreni delle dimensioni di 3 ettari ed 1,5 ettari, con spessore variabile fino ad arrivare a mt 1,30. Le conseguenze ambientali derivati da quanto descritto sono, in definitiva, da ritenersi disastrose in quanto sui fondi ove è stato operato l’illecito spandimento non si apprezza la presenza di vegetazione alcuna, la cui crescita è evidentemente del tutto inibita dalla presenza di una quantità così massiccia di letame, che impedisce anche la naturale ossigenazione del terreno.
Inoltre, a causa della naturale pendenza dei fondi interessati, il letame si è lentamente distribuito anche sui fondi limitrofi, da un lato andando a coprire con uno strato di 1 O cm il bosco adiacente, con l’aggravante di essere la zona peraltro paesaggisticamente vincolata, e dall’altro diffondendosi agli altri terreni mediante i fossi di scolo laterali, che verosimilmente conducono tutti al limitrofo fiume Volturno. Le dimensioni del fenomeno rendono evidente che lo spandimelo dei rifiuti zootecnici è il frutto di una consolidata prassi aziendale illecita, reiterata nel tempo, senz’altro riconducibile alla volontà del legale rappresentante dell’Azienda nei cui confronti è apparso assolutamente necessario applicare la misura coercitiva del divieto di dimora nella provincia di Caserta e della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale per la durata di mesi otto, dovendosi evitare una gestione dell’azienda nel modo su descritto. Solo impedendo all’indagato lo svolgimento dell’attività imprenditoriale, nonché l’accesso al sito ove sorge l’azienda di cui è titolare, è possibile evitare che la stessa eserciti ogni influenza sulle scelte che verranno operate in ordine alla gestione dei rifiuti prodotti.

Cronache della Campania@2019

Operazione ‘Castello di carta’: sequestrato parte dell’impero dell’imprenditore Giovanni Lombardi

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Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli, dalle prime ore di questa mattina, sta eseguendo tra Napoli e provincia, un sequestro preventivo e alcune perquisizioni nei confronti della Millestampe S.r.l., della MS Packaging S.r.l., della Carton One S.r.l. e dei loro amministratori di diritto e di fatto: G.L., V.S., A.S. e R. D’A.
Le indagini hanno preso le mosse da una verifica fiscale partita nel dicembre 2016 nei confronti della Millestampe S.r.l.. Fin dalle prime battute i Finanzieri si erano accorti che i conti della società non tornavano e avevano scoperto cospicue compensazioni di debiti tributari con un credito IRAP inesistente, e anomali rapporti di sponsorizzazione con la Casertana calcio.
Erano stati poi individuati altri illeciti tra cui: l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, emesse da un consorzio cartario di Tivoli a cui aderiva anche la Millestampe S.r.l.; e un sistema di doppia fatturazione dei prodotti industriali: al cliente venivano emesse fatture di vendita di scatole da imballaggio assoggettate ad IVA, mentre nella contabilità della società venivano riportate fatture attive per prodotti da macero esenti da IVA. La Guardia di Finanza ha anche dimostrato che Giovanni Lombardi, imprenditore di origini Scafatesi, sebbene formalmente residente in Svizzera e apparentemente privo di qualsiasi carica o ruolo nella Millestampe S.r.l., era il reale dominus della società, così come di altre società, tutte appartenenti ad un gruppo di fatto riconducibile a lui e ai suoi familiari. Le successive intercettazioni telefoniche e alcune perquisizioni, anche informatiche, hanno permesso di confermare il ruolo di Giovanni Lombardi e la totale sudditanza alle sue decisioni degli amministratori di diritto delle società coinvolte.
La Guardia di Finanza ha sottoposto a verifica anche la Millestampe Packaging S.r.l., società che ha acquisito un importante complesso industriale ad Arzano, riscontrando ancora una volta l’adozione sistematica di meccanismi di frode, come l’utilizzo di un credito d’imposta collegato ad un progetto di ricerca e sviluppo mai completato; e ha scoperto che gli indagati avevano creato la Carton One S.r.l., al fine di farla figurare esportatore abituale attraverso false cessioni di merci verso la Polonia, per poi servirsene per acquistare prodotti cartari in esenzione d’imposta.
All’esito delle verifiche e delle indagini la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, ha chiesto e ottenuto dal GIP oplontino il sequestro preventivo delle imposte evase che ammontano ad € 2.449.995,95.

Cronache della Campania@2019

Napoli, Atletico Madrid e gli incastri per Rodriguez

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Malcom potrebbe vivere i suoi ultimi giorni da giocatore del Barcellona. Come riporta il quotidiano “Sport”, il futuro dell’ala brasiliana dipende dall’arrivo in catalogna di Neymar. Malcom ha ricevuto molte richieste: Arsenal, Tottenham ma anche da 3 club italiani, NAPOLI, Inter e Milan. In particolare il club partenopeo virerebbe infatti su Malcom nel caso in cui la trattativa con il Real Madrid per James Rodriguez non andasse in porto. Valverde stima il giocatore, ma se la trattativa con il Psg per Neymar si dovesse sbloccare allora Malcom sara’ messo sul mercato. Invece dalla Spagna dicono che l’Atletico Madrid che sta iniziando a valutare un piano B viste le difficoltà ad arrivare ad James Rodriguez. Secondo quanto scrive Marca, il club colchonero avrebbe messo gli occhi sul centrocampista danese Christian Eriksen. James resta l’obiettivo numero 1, ma il Real non sembra voler cedere alle offerte dell’Atletico di una cifra fra i 40 e i 50 milioni. Per questo ora il Cholo Simeone starebbe valutando la possibilità di prendere Eriksen. Il danese è in scadenza con il Tottenham nel 2020 e ha già detto che non rinnoverà.

Cronache della Campania@2019

Rai unita per celebrare i 50 anni dell’allunaggio

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La Rai unita nel segno del Moon Day. Tutte le Sedi Rai, da nord a sud, si sono mobilitate nel celebrare i cinquant’anni dall’allunaggio con eventi, dibattiti, incontri, concerti e dirette in studio, grazie anche alla collaborazione capillare dei Centri di Produzione regionali e delle redazioni della TgR. Il Centro di Produzione Rai di Milano produrra’ “Pezzi di luna”, un video di 30 minuti pensato e realizzato con il contributo della TgR Lombardia, con materiale di repertorio, interviste e immagini originali. Il Telegiornale regionale di Napoli ospitera’ invece il direttore dell’osservatorio astronomico di Napoli, Marcella Marconi, che raccontera’ la mostra sulla luna e sull’allunaggio, aperta la scorsa settimana alla Biblioteca Nazionale. In collaborazione con la Tgr Piemonte e con Rai Teche, il Centro di Produzione Rai di Torino accogliera’ i telespettatori presso il Museo della Radio e della TV per una serata condotta dalla giornalista Silvia Rosa Brusin. La Tgr Abruzzo trasmettera’ una diretta dall’Osservatorio di Collurania, dove saranno raccolte, tra l’altro, le testimonianze di chi assistette all’evento, 50 anni fa, mentre la Tgr Alto Adige proiettera’, in anteprima, 15 minuti del documentario realizzato da Rai Teche “1969. L’Italia vista dalla Luna”. Nell’ambito della giornata evento “Moon Date” organizzata dal Museo delle Scienze di Trento (Muse), la Rai di Trento partecipera’ all’iniziativa con la riproduzione dei video originali del primo sbarco sulla Luna. Si chiama “Conquistati dalla Luna”, invece, l’evento organizzato dalla Tgr Basilicata, con la proiezione di un documentario di 10 minuti realizzato con immagini delle teche Rai, rimodulati per l’occasione. In Calabria si celebrera’ il “Moon Day” con “Passeggiando sulla luna”, evento organizzato dalla Sede Regionale per la Calabria: letture e concerto dei docenti e ricercatori del Conservatorio di Cosenza, che verra’ registrato e trasmesso sabato 20 luglio dalle 7 alle 8. La Cineteca di Bologna, nell’ambito del “Cinema Ritrovato”, promuovera’ fino al 20 luglio un ciclo di film e proiezioni dedicati allo sbarco sulla Luna, in collaborazione con la Tgr Emilia Romagna e le Teche Rai. La Tgr-Friuli Venezia Giulia illustrera’, sabato 20 luglio, il progetto “NUTRISS” dell’universita’ di Trieste, selezionato dall’Agenzia spaziale Italiana, che coinvolgera’ anche l’astronauta italiano Luca Parmitano: il progetto intende studiare le reazioni dell’organismo umano all’inattivita’ fisica e comprendere come prevenire un’eccessiva perdita di massa muscolare, per poi utilizzare i risultati in ambito medicale. La Tgr Marche, ancora il 19 luglio, ha in programma una serie di manifestazioni con la presenza dell’astronauta dell’Esa, Paolo Nespoli. La sede di Bari di Rai Puglia, il 19 luglio, dalle 10, ha organizzato un dibattito con l’astrofisico dell’Universita’ di Bari, Francesco Giordano, con Lino Patruno, ex direttore della Gazzetta del Mezzogiorno e con il giornalista Attilio Romita. Anche la Tgr Sardegna proporra’ uno “Speciale Moon Day”, trasmesso da un luogo virtuale: l’interno della stazione spaziale ISS. Il contributo musicale sara’ della Crazy Ramblers Hot Jazz Orchestra. La Tgr Sicilia proporra’ un incontro aperto al pubblico e trasmesso in diretta sulla pagina facebook di Rai Sicilia, condotto da Marzia Puleo. Quattro i temi: La luna nell’immaginario e nella cultura, con il pianista Diego Spitaler che eseguira’: “Lanterne”, “Fly me to the Moon”, “The dark side of the Moon”, “Guarda che luna”. Il maestro cuntista di fama internazionale Mimmo Cuticchio raccontera’ “Astolfo sulla Luna”, un classico interpretato secondo i registri popolari. Seguira’ un intervento dello storico e scrittore Salvatore Savoia e, per finire, la luna vista dalla scienza con l’astrofisica Tiziana Di Salvo. Il programma della settimana del “Moon Day” in Valle d’Aosta prevede invece collegamenti con l’Osservatorio Astronomico di S. Barthelemy e con l’Area Megalitica di Aosta, dove e’ stato realizzato un modello in scala 1:1 del modulo di comando Colombia, che ospito’ l’equipaggio dell’Apollo 11. Una narrazione lunga quattro giorni, dal 16 al 20 luglio, sara’ il contributo della Tgr Veneto, che in collaborazione con il comune di Padova, l’osservatorio astronomico NIAF, il comune di Asiago e l’osservatorio di Asiago, trasmettera’ “Direzione Luna”: oltre alle note storiche e alla rievocazione dei fatti, del luglio del 1996, si parlera’ anche dei progetti prossimi futuri nel campo dell’esplorazione spaziale. Tutte le iniziative sono state organizzate con la collaborazione delle Direzioni Infrastrutture Immobiliari e Sedi Locali e delle Teche Rai.

Cronache della Campania@2019

De Crescenzo: a camera ardente parenti, colleghi e cittadini

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I parenti, gli amici di una vita della cultura e dello spettacolo, la gente comune: e’ un viavai in Campidoglio per la camera ardente di Luciano De Crescenzo, il popolare scrittore e intellettuale napoletano morto ieri a 90 anni a Roma. In sala della Protomoteca, vicino alla bara appoggiata su un drappo con i colori della Capitale, e’ stata esposta una grande foto in primo piano dello scrittore, ritratto vicino a una statua classica. Tra i primi a rendere omaggio al feretro il vicesindaco di Roma e assessore alla Cultura Luca Bergamo. La sindaca Virginia Raggi ha inviato una corona. Il funerale dello scrittore si terra’ domani alle 11:30 nella Basilica di Santa Chiara a Napoli. Profondamente commossi, nel loro ricordo dell’amico, Renzo Arbore e Marisa Laurito, che con De Crescenzo hanno condiviso vita privata e professionale. Ci sono anche Roberto D’Agostino, Michele Mirabella, il maestro Valerio Mazza, Andy Luotto, e Mara Venier. “Tanti italiani sono rimasti colpiti dalla notizia della scomparsa, dopo lunga malattia, di Luciano De Crescenzo, uomo colto e raffinato, attore, autore, divulgatore instancabile di filosofia e di conoscenza, portavoce dell’autentica Napoli, garbata, ironica e ricca di umanita’. Ai suoi familiari e ai suoi amici desidero esprimere le piu’ sentite condoglianze”. E’ quanto afferma, in una nota, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dopo la scomparsa ieri dello scrittore e regista partenopeo all’eta’ di 90 anni.

Cronache della Campania@2019

Picchiava la moglie anche davanti ai figli minori: arrestato 37enne di Castel Volturno

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In data di ieri, all’esito di una indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, i Carabinieri della Stazione di Castel Volturno Pineta Mare, hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di E.T. (cl. 82), ritenuto responsabile del delitto di maltrattamenti commessi in danno della moglie, anche alla presenza delle due figlie minori della coppia, le quali, quasi quotidianamente, assistevano alle violenze.
Le indagini espletate, consistite principalmente nelle reiterate escussioni della persona offesa e delle persone informate sui fatti, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato, il quale – anche sotto effetto di sostanze stupefacenti -, percuoteva la moglie con cadenza quotidiana, con pugni e schiaffi al volto, la ingiuriava e la minacciava di morte.
L’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere ha, quindi, condiviso l’impianto accusatorio a carico del prevenuto ed ha accolto la richiesta dell’Ufficio di Procura, inoltrata al Giudice per le indagini preliminari appena otto giorni dopo la ricezione della prima denuncia della persona offesa, ad ulteriore conferma dell’impegno e della tempestività nella trattazione dei fatti di violenza domestica da parte della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

Cronache della Campania@2019


Sanità, il premier Conte incontra i deputati M5S a Palazzo Chigi 

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“In risposta a una lettera inviata nei giorni scorsi, firmata dai sette consiglieri del Gruppo regionale campano del Movimento 5 stelle e dai parlamentari campani M5s, il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte ha accolto la nostra richiesta di incontrarci per ascoltare le nostre proposte di superamento delle criticità che caratterizzano la sanità in Campania. All’incontro, svoltosi ieri sera a Palazzo Chigi, erano presenti la consigliera regionale Valeria Ciarambino, i senatori Vilma Moronese, Maria Domenica Castellone e Francesco Castiello, e i deputati Gilda Sportiello, Cosimo Adelizzi e Generoso Maraia. Al presidente Conte abbiamo illustrato lo stato attuale della sanità regionale, alla luce anche della recente inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli che ha acceso i riflettori sul controllo esercitato dalla camorra su alcuni nosocomi, prospettando la necessità di misure emergenziali urgenti sul modello dei provvedimenti contenuti nel recente Decreto Calabria”. E’ quanto hanno dichiarato in una nota i componenti della delegazione del Movimento 5 Stelle a margine del vertice a Palazzo Chigi. “Come già invocato attraverso il contenuto della nostra lettera – si legge nella nota -, tra i primi provvedimenti proposti al premier abbiamo indicato la nomina di una commissione d’accesso alla Asl Napoli 1, tenuto conto degli ultimi inquietanti retroscena emersi dall’inchiesta della Dda, oltre alla sostituzione dell’attuale commissario ad acta per il piano di rientro con una nuova figura commissariale, nel rispetto di una norma fortemente voluta dal Movimento 5 stelle che ripristina l’incompatibilità tra la carica di commissario e quella di presidente di Regione. Le nostre riflessioni – prosegue la nota – sono state già portate all’attenzione del ministro della Salute Giulia Grillo, che fin dal primo giorno ha mostrato grande attenzione e interesse per le vicende della sanità della Campania. Così come è già stata portata all’attenzione del Ministero degli Interni l’ipotesi di una commissione d’accesso, attraverso interpellanza urgente presentata alla Camera dei deputati a firma Movimento 5 stelle”. “Siamo grati al presidente del Consiglio per averci ascoltato con attenzione, mostrando grande sensibilità per un tema delicato per la nostra Regione – recita in conclusione il comunicato – Nel prendere atto delle nostre richieste, corroborate da dossier e atti documentali, il premier si è riservato di effettuare approfondimenti anche in vista delle riunioni dei tavoli tecnici interministeriali programmate per i prossimi giorni”.

Cronache della Campania@2019

La Dia pubblica la relazione dei clan: ecco i clan attivi a Salerno e in provincia

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La Direzione Investigativa Antimafia ha pubblicato la relazione della criminalità organizzata  E’ stata pubblicata la relazione della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) sulla diffusione della criminalità organizzata in Italia relativa al secondo semestre del 2018 (luglio-dicembre). In provincia di Salerno le organizzazioni criminali del territorio si sono rigenerate affiancando, agli affari illeciti “tradizionali” (come il traffico di sostanze stupefacenti) tecniche sempre più efficaci di infiltrazione del tessuto socio-economico, politico e imprenditoriale, che hanno portato al controllo di settori nevralgici dell’economia provinciale. Nel Salernitano, infatti, si segnalano affari “nella costruzione di opere pubbliche, la fornitura e gestione di servizi, ottenuti anche attraverso il condizionamento di Enti territoriali locali”. A queste attività illecite si aggiungono anche “condotte di minore spessore criminale” ma comunque in grado di assicurare un profitto adeguato: si tratta di reati contro la persona e il patrimonio (rapine, anche in danno di furgoni portavalori), ma anche truffe ai danni dello stato, delle assicurazioni e dei singoli cittadini. Continuano a essere largamente praticate anche l’usura e l’esercizio abusivo del credito, che costituiscono un vero e proprio mercato finanziario parallelo. “L’infiltrazione negli appalti – per la realizzazione di opere pubbliche, per la fornitura di servizi (particolare delicatezza riveste quello di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani), per la manutenzione delle infrastrutture e dei beni del demanio – continua a rappresentare un settore di primario interesse delle organizzazioni criminali, che vede coinvolti anche imprenditori e funzionari pubblici infedeli”. “La corruzione di quest’ultimi rappresenta il grimaldello che consente alle organizzazioni camorristiche di infiltrarsi nella pubblica amministrazione e di condizionarne la gestione. Laddove i tentativi di corruzione dovessero risultare vani, si assiste ad una escalation criminale che passa dalle minacce alle intimidazioni vere e proprie, come accaduto nel comune di Agropoli, in cui si sono registrate una serie di azioni intimidatorie da parte del locale gruppo Marotta, per indurre il sindaco ad assegnare posti di lavoro e alloggi popolari agli affiliati” Nel capoluogo si registra ancora l’operatività dello storico sodalizio D’Agostino che ha retto al tentativo di “scalata”, alcuni anni fa, da parte di gruppi composti anche da giovani leve, che volevano approfittare dello stato di detenzione in regime ex articolo 41 bis del capo clan”. “La recente scarcerazione di soggetti dall’indiscusso profilo criminale, però, unitamente alla presenza di nuove leve delinquenziali prive di scrupoli – si legge ancora nel report – avrebbe riacceso i contrasti per affermare la leadership criminale in alcune zone cittadine, dove gestire il traffico di stupefacenti, l’usura, le rapine e le estorsioni” Continuano a essere largamente praticate l’usura e l’esercizio abusivo del credito, che costituiscono un vero e proprio mercato finanziario parallelo. “Al riguardo, nel mese di novembre, la Dia di Salerno ha applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari ad una componente della famiglia Zullo di Cava de’ Tirreni, articolazione del clan Bisogno, responsabile del reato di usura. La misura è stata poi convertita, il 7 dicembre, nella detenzione in carcere, poiché la donna, dalla sua abitazione, aveva continuato a gestire il clan”. I reati economico-finanziari (riciclaggio e auto-riciclaggio) è uno dei maggiori campi d’azione delle organizzazioni criminali operanti sul territorio salernitano. Si tratta di delitti “finalizzati al reinvestimento di capitali illeciti, prevalentemente nel settore immobiliare, nella gestione di esercizi commerciali e nell’edilizia privata. Tali condotte – che interessano il capoluogo, l’agro Nocerino-Sarnese, la Costiera Amalfitana, la Piana del Sele e il Cilento – finiscono per alterare in modo significativo il libero mercato attraverso l’imposizione di prezzi, prodotti o la fornitura.

Cronache della Campania@2019

Nuova accusa per il nonno orco: avrebbe abusato anche dell’amichetta della nipote

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Roccapiemonte, Salerno. Nuove accuse nei confronti di un settantenne di Roccapiemonte, condannato lo scorso giugno a 12 anni di carcere, per abusi sulla nipotina e la sua amica, entrambe minorenni. Secondo una nuova indagine il nonno orco avrebbe abusato anche di un’altra bambina: la sorellina di una delle due vittime che all’epoca dei fatti aveva […]

Cronache della Campania@2019

Calcio: Napoli svela seconda e terza maglia, tifosi bocciano verde

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Il Napoli ha scelto la piattaforma di Instagram, dove conta un milione e 581mila follower, per svelare ai tifosi quelle che saranno la seconda e la terza maglia per la prossima stagione. Una e’ verde mimetica, l’altra e’ bianca. Come al solito, il cambiamento divide, e cosi’ anche le nuove maglie hanno raccolto i complimenti di alcuni fan e le critiche di altri: “La bianca mi piace molto, la mimetica non si puo’ vedere”, “La bianca e’ bella, la militare fa schifo”, “La mimetica sarebbe stata bellissima se fosse stata tutta mimetica e non solo d’avanti”, “Che schifezza”, “Ma che sono ste cafonate?”, “Cosi’ offendete la nostra storia”, “La seconda maglia sarebbe dovuta essere la bianca, la terza maglia, invece, la verde. Sarebbe stato molto meglio cosi'”, “Sono entrambe stupende, grandissimi, fateci sognare”, “Insignificanti. Ma una maglia normale quando? Ma una tutta azzurra no?”, “Perche’ di nuovo con sto verde militare? Che significa? Non vi capisco onestamente”.

Cronache della Campania@2019

Trasporta droga nella ruota di scorta, arrestato 45enne di Torre Annunziata in provincia di Arezzo

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Trasportava, nella sua auto, dieci chili di droga, tra cocaina e hashish, da piazzare, secondo la polizia, nelle località turistiche della Versilia. Per questo un 45enne di Torre Annunziata è stato arrestato per detenzione e trasporto di sostanze stupefacenti. L’uomo è stato seguito e poi fermato dagli agenti nell’area di servizio di Badia al Pino, nel comune di Civitella in Valdichiana. Una volta condotto in caserma l’auto del 45enne è  stata controllata e dalla ruota di scorta sono spuntati fuori una busta contenente polvere bianca, contrassegnata dal numero 100, e 10 panetti arrotolati con lo scotch. I poliziotti hanno verificato che si trattava di oltre un etto di cocaina pura e circa 10 chili di hashish che sul mercato avrebbero potuto fruttare più di centomila euro. L’auto è stata sequestrata insieme alla droga.

Cronache della Campania@2019

Somma Vesuviana, rottamazione cartelle, ecco come aderire

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Il Comune di Somma Vesuviana ha approvato (con deliberazione del Consiglio Comunale del 56 del 06/06/2019) la definizione agevolata delle entrate non riscosse a seguito della notifica di ingiunzione fiscale notificati, negli anni dal 2000 al 2017, con l’esclusione delle sole sanzioni. La definizione e’ una modalita’ agevolata di estinzione del debito nei confronti del Comune, oggetto di ingiunzioni fiscali notificata nel periodo dal 2000 al 31 dicembre 2017 (compreso), relative alle seguenti entrate: ICI (imposta comunale sugli immobili); TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani), ICP (imposta comunale di pubblicita’), TOSAP (tassa occupazione suolo pubblico), D.P.A. (diritti pubbliche affissioni). Una decisione che comporta una serie di benefici, aderendo a questa “rottamazione” il contribuente potra’ accedere ad una definizione agevolata dei propri debiti afferenti le entrate comunali non riscosse a seguito di provvedimenti di ingiunzione di pagamento notificati dalla GESET ITALIA SpA, per conto del Comune di Somma Vesuviana. L’adesione alla definizione agevolata consentira’ al contribuente di sanare il proprio debito con l’amministrazione comunale con i seguenti vantaggi: ingiunzioni di pagamento per i tributi comunali: pagamento del solo tributo, interessi ed eventuali spese, con totale esclusione delle sanzioni. “Pagare le tasse e’ un dovere e consente all’Ente di poter offrire maggiori servizi ai cittadini”, commenta il sindaco Salvatore Di Sarno, “del resto pero’ sappiamo che quello che stiamo attraversando e’ un periodo assai critico per l’economia delle famiglie ed abbiamo voluto aderire a questa possibilita’ che viene concessa per ‘rottamare’ le cartelle esattoriali arretrate. Siamo convinti che i nostri contribuenti approfitteranno di questa possibilita’ e si metteranno in regola con le contribuzioni”. Possono presentare l’istanza di “definizione agevolata” tutti i contribuenti a cui e’ stata notificata dalla GESET, e non risulta pagata, un’ingiunzione di pagamento in materia di tributi comunali nel periodo dal 2000 al 31 dicembre 2017. L’istanza deve essere presentata entro il termine perentorio del 30 settembre 2019, a pena di decadenza del diritto all’accesso alla definizione agevolata, utilizzando esclusivamente il modello di dichiarazione di adesione alla definizione agevolata scaricabile sul sito istituzionale del Comune di Somma Vesuviana, disponibile anche presso lo sportello della GESET ITALIA SpA (via Mercato Vecchio 2, Tel. 081. 899 35 78) presentandosi allo sportello della societa’ o inviando il modello, debitamente compilato in ogni sua parte, insieme alla copia del documento di identita’, all’indirizzo PEC: tributi.sommavesuviana@pec.geset.it . L’ istanza deve contenere il numero di rate con il quale si intende effettuare il pagamento, e’ possibile rateizzare fino ad un massimo di 8 (rate) consecutive di uguale importo, da pagare rispettivamente entro il 31/12/2019, 31/03/2020, 30/06/2020, 30/09/2020, 31/12/2020, 31/03/2021, 30/06/2021 e 30/09/2021. In caso di pagamento dilazionato sono dovuti gli interessi nella misura prevista dal regolamento comunale. L’istanza di definizione agevolata dovra’ contenere l’eventuale pendenza di giudizi aventi ad oggetto i debiti cui si riferisce l’istanza stessa, assumendo l’impegno a rinunciare agli stessi giudizi con compensazione delle spese di lite. La suddetta rinuncia dovra’ essere prodotta al momento di accoglimento dell’istanza di definizione agevolata, pena la decadenza della medesima. Infine, la GESET trasmette al debitore apposita comunicazione entro il 31 ottobre 2019 di accoglimento o rigetto dell’istanza di adesione alla definizione agevolata, nella quale sono indicati l’ammontare complessivo delle somme dovute per la definizione agevolata, l’importo e la scadenza delle singole rate e le modalita’ di pagamento. In caso di mancato, insufficiente o tardivo versamento dell’unica rata ovvero di una delle rate in cui e’ stato dilazionato il pagamento delle somme, la definizione non produce effetti e riprendono a decorrere i termini di prescrizione per il recupero del debito originario complessivamente dovuto.

Cronache della Campania@2019

Camorra, la relazione della Dia sui clan di Napoli: i Mazzarella su mezza città. Ecco chi comanda quartiere per quartiere

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Nel capoluogo coesistono numerosi aggregati criminali che, seppure di scarsa consistenza, agiscono con modalità mafiose, cercando di imporsi attraverso plateali azioni violente (raid armati, esplosioni di colpi d’arma da fuoco contro abitazioni, autovetture, esercizi commerciali). In alcune zone – centro storico e periferia ad est di Napoli – le tensioni sono più evidenti, spesso alimentate da gruppi strutturati che tentano di espandere la loro sfera d’azione appoggiando i sodalizi locali.

Area Centrale – quartieri Avvocata, San Lorenzo/Vicaria, Vasto Arenaccia, San Carlo Arena/Stella, Mercato/Pendino, Poggioreale, Montecalvario, Chiaia/San Ferdinando/ Posillipo.

Continuano a registrarsi forti tensioni, con un rinnovato scontro tra i gruppi SIBILLO e BUONERBA (a cui si sarebbero legati gli AMOROSO ed alcuni pregiudicati emergenti), appoggiati da sodalizi più strutturati, originari di altre zone, quali i clan CONTINI, RINALDI e MAZZARELLA. In particolare, le aree di Forcella, della Maddalena e dei Tribunali, sono state teatro di gravi atti intimidatori, certamente da ricondurre ai precari i equilibri tra i sodalizi locali, che tentano di imporsi sul territorio dopo la parcellizzazione di gruppi storici. Tra quest’ultimi figura il clan GIULIANO di Forcella, che si trova a fronteggiare una profonda spaccatura tra due fazioni, rispettivamente capeggiate da componenti antagonisti della stessa famiglia. La guerra interna ha costretto uno dei due contendenti ad allontanarsi da Forcella, dando spazio al gruppo VICORITO-DE MARTINO, operativo a Borgo S. Antonio, in buoni rapporti con l’altra fazione dei GIULIANO.

La zona della Maddalena è controllata dal clan FERRAIUOLO – con il placet dei MAZZARELLA – che si oppone all’avanzata del sodalizio VICORITO-DE MARTINO (legato ai CONTINI ed alleato al clan SALTALAMACCHIA dei Quartieri Spagnoli). La descritta frammentazione è tuttora causa di numerosi scontri, iniziati dopo la progressiva disintegrazione del citato clan GIULIANO che, in tempi meno recenti, era riuscito – con le famiglie SIBILLO, AMIRANTE e BRUNETTI (cartello noto come “paranza dei bambini”) e con l’ulteriore appoggio del clan RINALDI di San Giovanni a Teduccio – a sopraffare i gruppi organici ai MAZZARELLA, tra i quali il sodalizio BUONERBA di Forcella, detto dei “Capelloni”. In tale contesto, il 26 ottobre 2018, è stato condannato alla pena di 18 anni di reclusione un affiliato di spicco al sodalizio SIBILLO che, per vendicare l’assassinio del capo clan, uccise, il 30 luglio 2015, un giovane meccanico, estraneo a contesti criminali, la cui unica “colpa” era un legame di parentela con un affiliato al citato clan BUONERBA. Quest’ultimi, seppur significativamente decimati dagli arresti, risultano ancora operativi, come testimonia l’arresto, da parte dei Carabinieri, del fratello del reggente, avvenuto il 3 dicembre 2018: costui, nel corso di un controllo, stava tentando di disfarsi di un’arma.In questo stato di cose, la scarcerazione, il 2 luglio 2018, del nipote di uno dei capi del clan MAZZARELLA – al quale è sempre stato riconosciuto un ruolo apicale e affidata la reggenza del clan nella zona della Maddalena e del confinante “Connolo” (quartiere di Poggioreale) – avrebbe dato al sodalizio un nuovo impulso per far fronte ad attacchi di gruppi avversi.

Nella zona in argomento, anche nel periodo in esame si sono verificati gravissimi fatti di sangue. In alcuni casi sono state coinvolte persone innocenti, come accaduto ad una donna, attinta, il 3 settembre 2018, da un colpo di pistola vagante, mentre era affacciata al balcone di casa, nella zona di Forcella; altra vittima innocente è stato un minore, ferito da un colpo di pistola esploso da ignoti malviventi, il successivo 19 settembre, mentre era all’interno di un centro scommesse. In quest’ultimo caso, si sarebbe trattato di un fallito attentato al capo del gruppo DE MARTINO che, trovandosi all’esterno del locale ed accortosi di quanto stava per accadere, si è prontamente al- lontanato. Successivamente, due atti intimidatori hanno avuto come obiettivo un pregiudicato ritenuto legato ai SIBILLO (appoggiati dal sodalizio CONTINI): il primo si è verificato il 30 settembre, nel quartiere San Lorenzo. In quella circostanza, militari dell’Arma dei carabinieri hanno rinvenuto, nella camera da letto dell’abitazione del pregiudicato, 4 ogive, i cui bossoli sono stati ritrovati in strada in corrispondenza del suo appartamento. Il secondo atto intimidatorio è del 9 novembre, quando, durante la notte, ignoti hanno fatto esplodere, nella stessa via, un ordigno, la cui deflagrazione ha danneggiato lo sportello di un’auto.

Le zone Mercato e Case Nuove, dove è operativo il gruppo CALDARELLI, continuano ad essere contese tra i clan MAZZARELLA e RINALDI, rispetto ai quali la famiglia CALDARELLI ha assunto una posizione neutrale. Espressione delle tensioni che caratterizzano anche questa zona è il ferimento, il 13 agosto 2018, a colpi di arma da fuoco, di un pluripregiudicato legato al clan MONTESCURO, operativo nella zona cittadina di Sant’Erasmo, compresa tra Piazza Mercato, Case Nuove e Ponticelli. Il capo clan ha svolto, per anni, il ruolo di mediatore nelle contese che si sono verificate tra i gruppi di quelle aree. Inoltre, nella zona Mercato, il 16 settembre, è stato tratto in arresto da personale della Polizia di Stato un pregiudicato, legato al clan MAZZARELLA, trovato in possesso di una pistola con matricola abrasa. L’arrestato viaggiava a bordo di uno scooter assieme ad un altro soggetto, riuscito a dileguarsi grazie all’intervento di un complice.

Nei quartieri Vasto, Arenaccia, Ferrovia, Rione Amicizia, borgo Sant’Antonio Abate, Rione Sant’Alfonso, nonostante il lungo stato di detenzione dello storico capo clan, la gestione delle attività illecite continua ad essere sotto il controllo del clan CONTINI, da sempre legato alle famiglie LICCIARDI e MALLARDO ed in contrasto con il gruppo MAZZARELLA.

Il clan CONTINI ha proiezioni, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti, in altre aree della regione e della Penisola, potendo allo stesso tempo contare su un notevole arsenale, come confermano i sequestri di armi eseguiti nel semestre. Il 23 novembre 2018 è stato tratto in arresto un elemento di vertice del gruppo, ritenuto reggente di una costola del sodalizio operativa a Poggioreale. Tra i suoi più fidati collaboratori figura il figlio di un altro pregiudicato di spicco del clan, anch’egli tratto in arresto, il 16 ottobre, per aver fatto parte di un commando, protagonista di una “stesa” nella zona di Poggioreale, controllata dal clan MAZZARELLA. Gli autori si sono poi dileguati verso il rione Amicizia, zona di influenza del gruppo CONTINI.

Numerose indagini, anche pregresse, hanno attestato gli stretti legami tra il sodalizio CONTINI ed imprenditori, che si sono prestati a reimpiegare le risorse del clan in bar e locali da intrattenimento, in rivendite di tabacchi e di preziosi, in impianti di distribuzione di carburanti, nella ristorazione e nei settori immobiliare e sportivo. Tra le operazioni più significative vale la pena di richiamare l’operazione “Black Bet” , condotta dalla DIA di Napoli, conclusa nell’aprile 2018, che ha coinvolto 3 fratelli, imprenditori, e le mogli di due di loro, accusati di intestazione fittizia di beni per conto del clan CONTINI. Sono stati così sequestrati bar, palestre e discoteche nelle zone di Bagnoli e Chiaia, un’agenzia di scommesse ubicata a Napoli, in Piazza Mercato e società di commercializzazione di giocattoli. In questa indagine, come in altre del recente passato, è emerso che il legame tra la famiglia CON- TINI e gli imprenditori non impediva a quest’ultimi di porsi come punto di riferimento per diversi sodalizi camorristici, anche se in contrasto con i CONTINI: è la riprova del fatto che il clan non pretende dai riciclatori la fedeltà esclusiva, richiesta, invece, ai componenti dell’ala militare.

Nei Quartieri Spagnoli è storicamente radicato il gruppo MARIANO, alias “dei Picuozzi”, con interessi nella vendita di orologi e capi contraffatti, nella gestione dei video poker, nello spaccio di stupefacenti, nell’imposizione della vendita di prodotti alimentari all’ingrosso e al dettaglio. Le vicende che interessano il clan MARIANO alimentano il clima di tensione dell’area, già manifestatosi nel 2016, all’indomani della decisione presa da uno dei vertici della famiglia MARIANO di collaborare con la giustizia. Tali tensioni potrebbero acuirsi in seguito alle scarcerazioni di numerosi affiliati, anche di spicco, del gruppo MARIANO che potrebbero alimentare propositi di riorganizzazione del gruppo.

Sarebbero emerse connessioni tra soggetti presenti nel quartiere di Poggioreale, legati al clan MAZZARELLA, e referenti del gruppo MASIELLO, operativo nella cd. zona delle Chianche, che fa capo ad un pregiudicato inserito nel clan MARIANO con il ruolo di capozona. Queste intese sarebbero funzionali ad arginare le mire espansionistiche del sodalizio SALTALAMACCHIA-ESPOSITO, che starebbe consolidando la sua presenza nei Quartieri Spagnoli, grazie all’alleanza con la locale famiglia RICCI445 e all’arruolamento di elementi criminali che avevano in passato militato nella cd. paranza dei bambini.

I SALTALAMACCHIA-ESPOSITO si starebbero, così, spingendo verso le vicine aree del Cavone, della Pigna- secca, di Montesanto e della zona Porto, cosa che potrebbe innescare contrasti con il clan ELIA, presente nell’adiacente area del Pallonetto Santa Lucia.

Nella zona Porto si registra il ritorno di esponenti della famiglia PRINNO, originaria di Rua Catalana, che avrebbero approfittato del “vuoto di potere” determinato dallo stato di detenzione di quasi tutti gli affiliati ad un altro gruppo locale, i MARTINELLI-PORCINO. I PRINNO potrebbero riacquistare nuovi spazi criminali, grazie ad un accordo che avrebbero stretto con i SALTALAMACCHIA e con i gruppi a loro collegati. Per quanto riguarda la zona del Cavone, si è registrato un cambio al vertice del locale clan LEPRE: dopo il decesso, per cause naturali, del capo clan (avvenuto il 1° settembre 2018), la guida del gruppo sarebbe passata ai suoi stretti congiunti.

Nell’area compresa tra Piazza Mazzini, via Salvator Rosa nonchè in una prima parte di Corso Vittorio Emanuele, il controllo delle attività illecite – prevalentemente spaccio di stupefacenti e estorsioni – farebbe capo al gruppo FERRIGNO, alleato del clan ELIA. Il depotenziamento, dovuto all’esecuzione di provvedimenti cautelari, di quest’ultimo sodalizio, operativo nella zona del Pallonetto Santa Lucia, sembra aver concesso nuovi spazi al gruppo MAZZARELLA. L’intesa con il clan FERRIGNO (che, dalla zona della Pignasecca, si sarebbe trasferito al Pallonetto) potrebbe, pertanto, essere utile agli ELIA per arginare i MAZZARELLA. Pregresse indagini hanno evidenziato il rilevante interesse del clan ELIA nel traffico e spaccio di stupefacenti, con l’impiego anche di minori, figli di affiliati, addetti alla consegna “a domicilio” dello droga o al confezionamento delle dosi. Uno di questi, minore e figlio del capo clan, si è reso responsabile, prima di un tentato omicidio e poi di un omicidio, avvenuti rispettivamente nei mesi di maggio e giugno 2018.

A San Ferdinando e Posillipo, dove le attività illecite prevalenti sono lo spaccio di stupefacenti (in particolare di cocaina) e le estorsioni, non si registrano modifiche dei precedenti assetti criminali: nella zona Mergellina-Torretta operano i sodalizi PICCIRILLO/FRIZZIERO e CIRELLA; nei vicoli della Riviera di Chiaia gli STRAZZULLO; nella Salita Vetriera gli INNOCENTI; a Posillipo i CALONE, legati ai PICCIRILLO/FRIZZIERO/CIRELLA. Il 1° ottobre 2018, a conclusione dell’operazione “Occhio di falco”, condotta dai Carabinieri, è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare a carico di alcuni pregiudicati ritenuti responsabili di estorsione continuata. L’in- dagine ha accertato l’operatività di un’organizzazione che controllava i parcheggiatori abusivi nel quartiere Chiaia453, della quale faceva parte anche il suocero di un elemento di spicco del clan MAZZARELLA.

Proprio l’area di Chiaia è spesso teatro di scontri tra gruppi di giovani, alcuni dei quali provenienti dalle periferie del capoluogo, che si consumano a ridosso dei luoghi di divertimento notturno.Nel rione Sanità si registra, da tempo, una situazione di particolare effervescenza criminale, con continui cambiamenti di alleanze e frequenti scontri armati. Tale situazione è ascrivibile ad una pluralità di fattori, quali la presenza di numerosi sodalizi (alcuni storicamente radicati sul territorio, altri di più recente formazione) e le mire espansionistiche di gruppi provenienti da altri quartieri. Di recente, la disarticolazione del clan VASTARELLA ( presente nella zona delle Fontanelle), in seguito all’esecuzione di provvedimenti cautelari del mese di marzo 2018, ha indotto i vertici del sodalizio a rinunciare ai progetti di conquista del rione che avevano portato alla faida, iniziata nel 2017, con l’ex alleato gruppo SEQUINO (stanziato in via Santa Maria Antesaecula), supportato sia militarmente che economicamente dal clan MAZZARELLA. Nell’area sono presenti anche il sodalizio MAURO (nella zona c.d. dei Miracoli), collegato ai VASTARELLA, la famiglia SAVARESE (a Porta San Gennaro), legata ai SEQUINO, il sodalizio GENIDONI-SPINA-ESPOSITO, in passato scontratosi con i VASTARELLA e legato alla citata famiglia SAVARESE. Il 19 luglio è stato tratto in arresto il capo del gruppo SAVARESE, il quale avrebbe partecipato, il 6 giugno, con due complici, anche loro arrestati, ad un raid nei confronti del titolare di un bar nel Borgo delle Vergini, conclusosi con il danneggiamento dell’esercizio commerciale e l’imposizione della chiusura. Tale azione, unita ad altri episodi registratisi alla fine del 2018457, confermano la tensione in atto nella zona.

In ultimo, con riferimento al clan MISSO, il 10 ottobre, la DIA di Napoli ha eseguito un provvedimento di confisca di beni, che ha riguardato immobili, società, una rivendita di tabacchi, auto e moto, depositi bancari – di cui due nella Repubblica di San Marino – e polizze assicurative, per un valore di oltre 9 milioni di euro. I destinatari del provvedimento sono due fratelli legati al citato sodalizio, radicato nel quartiere Sanità. Uno dei due fratelli era diventato, nel tempo, cassiere e uomo di fiducia del capo clan, mentre all’altro era stato affidato l’incarico di occuparsi del reinvestimento dei proventi illeciti.

Area Settentrionale – quartieri Vomero e Arenella, Secondigliano, Scampia, San Pietro a Patierno, Miano, Piscinola, Chiaiano.

I quartieri a nord di Napoli risentono della frammentazione causata dalle faide tra gruppi locali e dai conseguenti arresti. Dalle attività info-investigative emerge una situazione di debolezza da parte delle compagini che hanno segnato, per lungo tempo, la storia criminale dell’area, circostanza che potrebbe portare ad una possibile ridefinizione degli assetti camorristici. Anche in quest’area sono notevoli le attività legate al traffico di stupefacenti, la cui vendita al dettaglio è spesso affidata a soggetti appartenenti alla criminalità comune: si tratta di una scelta strategica dei clan per evitare di esporsi all’azione repressiva delle Forze di polizia. Nell’area di Secondigliano è palpabile una situazione di accesa tensione criminale: si tratta, infatti, di una parte del territorio a nord di Napoli, dove il controllo delle attività illecite – in prevalenza spaccio di stupefacenti ed estorsioni – è suddiviso tra diversi gruppi, satelliti di più strutturate organizzazioni criminali. La zona confina, inoltre, con territori appannaggio di altre storiche famiglie di camorra, quali il gruppo MOCCIA originario di Afragola, che estende la sua influenza nel comune di Casoria, limitrofo al quartiere di San Pietro a Patierno. In quest’ultima area è operativo il sodalizioGRIMALDI, legato al clan LICCIARDI, la cui influenza criminale si proietta anche nella zona cd. del Perrone, attraverso la famiglia MAIONE. La collocazione territoriale del quartiere, al centro di interessi tra i sodalizi di Afragola e di Secondigliano – talvolta in rapporti sinergici, in altri di conflittualità- lo rende teatro di episodi violenti. Indicativo del clima di tensione è il fallito omicidio, a San Pietro a Patierno, il 4 dicembre 2018, di un soggetto ritenuto vicino alla famiglia IODICE, referente a Casoria del clan MOCCIA.

Nel Rione Berlingieri, sempre ricadente nella zona di Secondigliano, è operativa la famiglia CARELLA, alleata ai citati GRIMALDI, che starebbe conquistando sempre più spazio decisionale nella gestione degli affari illeciti sul territorio. Il 23 ottobre, in una via tra il Rione Berlingieri e viale Kennedy, è stato ucciso un affiliato al clan LIC-CIARDI, storico sodalizio con base nella Masseria Cardone, che può contare sugli stretti rapporti con i clan CONTINI e MALLARDO, con i quali, negli anni ’90, aveva costituito l’ALLEANZA DI SECONDIGLIANO. Le modalità del citato omicidio fanno ipotizzare, quale movente, un’epurazione interna al gruppo, per stroncare le ambizioni di autonomia della vittima, storico elemento di vertice del sodalizio, nel settore del traffico di stupefacenti.

Nel Rione Kennedy, è presente il gruppo CESARANO, mentre il Rione dei Fiori (la cd. Zona del Terzo Mondo), dove si trovano fiorenti piazze di spaccio di stupefacenti, è controllato da soggetti legati alla famiglia DI LAURO. Il clan cd. della VANELLA GRASSI è ancora operativo a Scampia, nel “lotto G”, ma è stato falcidiato da arresti e destabilizzato dal gran numero di affiliati che hanno scelto di collaborare con lo Stato. Ciò avrebbe portato ad una proliferazione di gruppi specializzati nella vendita di stupefacenti, in posizione subordinata ai VANELLA GRASSI460. A questi ultimi è legata la famiglia MARINO, presente nella zona delle cd. “Case Celesti”, fiorente piazza di spaccio, situata in via Limitone di Arzano. Sempre a Scampia sono presenti anche gli elementi superstiti del gruppo LEONARDI, i cui vertici sono collaboratori di giustizia, nonché le famiglie ABETE-ABBINANTE-NOTTURNO. In tale contesto, si segnala la scarcerazione, per fine pena, nel mese di ottobre 2018, di un componente della famiglia ABBINANTE e di un altro elemento di spicco del clan. Alcune piazze di spaccio (“Lotto SC/3” – Comparto H “Sette Palazzi” – “Lotto P”) sono rimaste sotto il controllo di famiglie legate al sodalizio AMATO-PA- GANO, ritiratosi in provincia, nei comuni di Mugnano e Melito dopo la faida con i VANELLA GRASSI. Nel panorama criminale locale conferma la sua autorità il clan DI LAURO, che conserva la propria influenza sugli altri sodalizi, condizionandone le scelte. Il gruppo è rappresentato, sul territorio, dai figli del capo clan, detenuto e sottoposto al regime del 41 bis o.p.. Uno di loro, DI LAURO Marco, inserito nell’Elenco dei latitanti di massima pericolosità del Programma Speciale di Ricerca del Ministero dell’Interno e ritenuto molto influente nelle strategie criminali della famiglia, è stato tratto in arresto, a marzo 2019, da personale della Polizia di Stato, a Chiaiano, zona molto vicina all’area di operatività del sodalizio.

A Secondigliano resta indiscusso il dominio del citato clan LICCIARDI, che controlla anche una parte del quartiere di Miano e del Rione Don Guanella. Si tratta di un’organizzazione che, seppur inabissata, è ritenuta ancora forte e in grado di gestire rilevanti traffici illeciti.

Nei quartieri Miano, Marianella, Piscinola e Chiaiano, a seguito del declino del clan LO RUSSO, si sono create profonde spaccature interne alimentate anche dal risentimento verso la scelta collaborativa di diversi affiliati ai LO RUSSO, che si sono aggiunti al capostipite. Gli spazi dei LO RUSSO sarebbero stati occupati da una galassia  di micro formazioni criminali più o meno stabili. Tra queste, rilevano le famiglie BALZANO e PERFETTO, mentre il gruppo NAPPELLO, che in un primo momento aveva raccolto l’eredità dei LO RUSSO, avrebbe poi perso terreno a seguito dell’uccisione del capo clan e del nipote (maggio 2017), e dell’arresto del nuovo leader (novembre 2017). Tutte queste aggregazioni di tipo familiare – cui si aggiungono gli STABILE, attivi a Chiaiano e Marianella – mirano alla definitiva sopraffazione del clan LO RUSSO: potrebbero far parte di questa strategia gli striscioni e le scritte comparse sui muri di Miano contro i LO RUSSO. Sul piano del contrasto, l’11 luglio, il Tribunale di Napoli ha emesso un decreto di confisca, eseguito da personale della DIA, a carico di un imprenditore contiguo al clan LO RUSSO, figlio di un esponente di una delle più note paranze di contrabbandieri partenopei. Le indagini, che hanno riguardato anche operazioni finanziarie in Svizzera, hanno evidenziato l’anomalia della posizione patrimoniale di alcuni componenti del nucleo familiare dell’imprenditore, titolari di beni mobili e immobili di valore non congruo rispetto alle loro reali capacità finanziarie, risultati acquistati con i proventi delle attività illecite.

In questo complesso quadro si inserisce anche l’attività di un gruppo criminale promosso e diretto da un pregiudicato, padre della convivente di un affiliato al clan LO RUSSO (oggi collaboratore di giustizia) che commercializzava tabacchi lavorati esteri di contrabbando attraverso la copertura di una rivendita di bevande.Gli assetti della criminalità organizzata nell’area collinare, che comprende i quartieri Vomero e Arenella, registrano la presenza di nuovi vertici nelle consorterie locali, attive in prevalenza nelle estorsioni e nella vendita di stupefacenti. Uno di questi è un ex affiliato al clan CAIAZZO – CIMMINO, con forti ambizioni nell’acquisire un ruolo apicale (in particolare nelle estorsioni consumate nella zona del Vomero), tratto in arresto a Pianura il 3 dicembre 2018.

Area Orientale – quartieri Ponticelli, S. Giovanni a Teduccio, Barra
Nella periferia ad est di Napoli, sin dai primi mesi del 2018, si è registrata un’escalation di omicidi, scorribande, armate, esplosioni di colpi d’arma da fuoco, agguati e ferimenti. Le tensioni si sono intensificate a seguito dei numerosi arresti che hanno destabilizzato i gruppi criminali, mutandone equilibri e assetti interni. Le vicende del quartiere San Giovanni a Teduccio sono legate allo storico scontro tra la famiglia MAZZARELLA ed i RINALDI-REALE del Rione Villa. Gli equilibri della citata area si riflettono nel confinante quartiere Ponticelli, dove operano il sodalizio DE LUCA BOSSA-MINICHINI (con base nel cd. “Lotto 0”) e il gruppo SCHISA (cd. dei Paz-zignani) del Rione De Gasperi, composto da reduci del clan SARNO. Questi gruppi si sono coalizzati con gli APREA di Barra e con la famiglia RINALDI/REALE, per imporsi nell’area orientale di Napoli e contrastare il sodalizio MAZZARELLA.

Per quanto insidiato più volte, il clan MAZZARELLA è riuscito, fino ad ora, a mantenere saldo il controllo del territorio, avvalendosi dell’appoggio di fedeli gruppi criminali, quali la famiglia D’AMICO. Un provvedimento cautelare del mese di luglio 2018, eseguito dalla Polizia di Stato468, conferma peraltro che i MAZZARELLA dispongono di una notevole quantità di armi per far efficacemente fronte agli attacchi provenienti dai gruppi contrapposti. Negli ultimi mesi del 2018, sono deceduti, per cause naturali, due fratelli MAZZARELLA, nipoti del defunto capo del gruppo ZAZA, che fu tra i primi, nel contesto criminale campano, ad affiliarsi, negli anni ’70, a Cosa Nostra siciliana. Il primo, stabilitosi nella zona del Pallonetto a Santa Lucia è scomparso a settembre; il successivo mese di novembre è deceduto l’altro, al quale era stato affidato il controllo del quartiere Poggioreale, dove la famiglia MAZZARELLA ha la propria “roccaforte” nel rione Luzzatti.

Alle descritte vicende si sono affiancati alcuni arresti di soggetti di elevata caratura criminale: il 15 settembre 2018, a Casoria (NA), è stato catturato uno dei reggenti, latitante; il giorno successivo c’è stato l’arresto, a Napoli, nel quartiere Mercato, di un altro affiliato ed il 31 ottobre, in una villetta in zona Varcaturo, a Giugliano in Campania (NA), è stato arrestato l’attuale reggente per la zona di San Giovanni a Teduccio. Lo scontro con i RINALDI/REALE si protrae sin dagli anni ’90, interrotto solo in alcuni periodi, per gli arresti di affiliati ai rispettivi sodalizi. Il feroce antagonismo non sembra destinato a placarsi per gli interessi in campo e sembra interessare non solo i quartieri orientali ma anche altre aree cittadine, come Poggioreale, i rioni Luzzatti e Sant’Alfonso e il quartiere Mercato. La rivalità, negli ultimi tempi, si è particolarmente acuita anche per la scarcerazione di personaggi di rilievo militanti nelle file del clan MAZZARELLA. La pericolosità dei gruppi coinvolti è attestata dai ritrovamenti di armi e dai numerosi atti intimidatori, sostanziatisi in omicidi e nell’esplosione di colpi di arma da fuoco contro abitazioni o auto degli avversari. Tra gli altri, si segnala quello avvenuto a San Giorgio a Cremano (NA), dove, il 5 luglio, due motociclisti provenienti dal quartiere San Giovanni a Teduccio hanno esploso alcuni colpi d’arma da fuoco contro un bar, mandando in frantumi la vetrina e provocando il ferimento di una persona. Le prime attività info-investigative hanno accertato come gli spari fossero indirizzati ad un gruppo di giovani, tra i quali c’era il figlio di uno dei capi del clan MAZZARELLA. I numerosi arresti di esponenti dei clan MAZZARELLA e D’AMICO avrebbero dato, per un certo periodo, più forza ai RINALDI, il cui capo clan- resosi latitante ad ottobre dopo l’emissione di un provvedimento di custodia cautelare in carcere del GIP presso il Tribunale di Napoli – è stato tratto in arresto a febbraio 2019474. Sull’altro fronte si evidenzia un riavvicinamento al clan MAZZARELLA del gruppo FORMICOLA, “riconciliatisi” dopo una fase di avvicinamento dei FORMICOLA al clan RINALDI. La menzionata famiglia FORMICOLA avrebbe il controllo della vendita di sostanze stupefacenti e delle estorsioni, proiettandosi anche fuori regione. I FORMICOLA sarebbero stati collegati al gruppo SILENZIO fino alla scarcerazione, nel maggio 2018, del capo di quest’ultimo gruppo, che avrebbe deciso di creare un clan autonomo. La separazione tra le predette consorterie potrebbe trovare conferma nel citato agguato verificatosi il 23 ottobre 2018, consumato in un territorio ritenuto sotto l’influenza criminale della famiglia SILENZIO.

Anche il quartiere Ponticelli continua a far registrare accese frizioni tra gruppi criminali, che si rendono protagonisti di scorribande armate e sparatorie. Imploso il clan DE MICCO, si registra una forte conflittualità tra i gruppi che vorrebbero ereditarne l’influenza sul quartiere. Allo stesso modo si segnalano scontri che vedono contrapposti la famiglia DE MARTINO, fedelissima ai DE MICCO, e gruppi emergenti. Il 18 luglio, è stato tratto in arresto a Barcellona (Spagna)478 un latitante, sottrattosi, a febbraio 2018, all’esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal GIP presso il Tribunale di Napoli per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. L’ordinanza è stata emessa a conclusione dell’operazione “Scugnizza 2”, che ha documentato l’importazione di ingenti quantitativi di stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana) da parte di un’associazione composta da soggetti legati al clan DE MICCO e a un gruppo del Rione Pazzigno di San Giovanni a Teduccio, in seno alla quale il latitante avrebbe ricoperto il ruolo di responsabile dell’approvvigionamento e dello smistamento dello stupefacente nelle zone di Massa Carrara e Ibiza (Spagna).

La deflagrazione del clan DE MICCO, ma anche le difficoltà operative dell’avversario clan D’AMICO hanno contribuito a rendere la zona terreno fertile per altri gruppi coalizzatisi in un unico cartello, composto dalle famiglie DE LUCA BOSSA- MINICHINI-SCHISA di Ponticelli e RINALDI-REALE. Il 5 novembre, la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento cautelare che ha colpito affiliati al gruppo DE MARTINO e al sodalizio MINICHINI-DE LUCA BOSSA. Prima ancora, un’altra attività investigativa, condotta dai militari dell’Arma, aveva docu-mentato la solidità di un altro gruppo riferibile alla famiglia CASELLA – articolazione del disciolto clan SARNO – che gestiva nel quartiere Ponticelli alcune piazze di spaccio481. L’indagine ha accertato il forte radicamento del gruppo CASELLA sul territorio dove ha operato prima in accordo, poi in disaccordo, con i DE MICCO, benefi-ciando altresì del supporto del clan MAZZARELLA. Nel quartiere Barra opera il sodalizio CUCCARO-APREA, la cui egemonia era stata messa in discussione da una nuova consorteria criminale, formata da ex appartenenti, attualmente non più operativa.

Area Occidentale – quartieri Pianura, Fuorigrotta, Bagnoli, Soccavo, Rione Traiano

A Pianura si è consolidato uno scenario che era radicalmente mutato a partire dal 2017, a causa dagli arresti di appartenenti al cartello PESCE-MARFELLA e dal percorso collaborativo intrapreso da elementi di vertice dei clan PESCE e del contrapposto gruppo MELE, capaci di svelare assetti ed organigrammi delle consorterie di appartenenza. Nei mesi estivi del 2018 si era rinnovata una situazione di particolare tensione, con l’aumento di episodi delittuosi483, smorzata dall’esecuzione di diversi provvedimenti cautelari. Il 28 agosto 2018, personale della Polizia di Stato ha arrestato, per porto abusivo di arma da fuoco, un pregiudicato, ritenuto a capo di una nuova, inedita alleanza tra le famiglie MARFELLA e MELE. Il successivo 30 settembre, la Polizia e l’Arma dei carabinieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare per estorsione aggravata da finalità mafiose e porto abusivo di arma da fuoco, nei confronti di tre uomini ritenuti affiliati al clan MELE. Nel corso dell’indagine è stato documentato come due degli arrestati, poco prima dell’esecuzione del provvedimento, brandeggiavano, per le strade di Pianura, in sella a uno scooter, una mitraglietta Skorpion per incutere timore ai passanti. Infine, il 13 dicembre 2018, sei pregiudicati legati al clan TOMMASELLI, operante a Pianura e Soccavo, sono stati arrestati in esecuzione di un provvedimento cautelare per associazione di tipo mafioso e spaccio di droga. L’indagine ha consentito di ricostruire l’operatività, tra il 2013 ed il 2014, del clan nato dalla scissione di precedenti organizzzioni di cui il capo clan ha, nel tempo, fatto parte. Infine, un ulteriore provvedimento cautelare, notificato in carcere al capo del clan LAGO, già detenuto per rpina, potrebbe rappresentare l’epilogo del tentativo di riorganizzare l’omonimo clan. Una rimodulazione degli assetti si registra anche a Bagnoli e Cavalleggeri d’Aosta, in conseguenza di importanti operazioni di polizia che hanno profondamente disarticolato e depotenziato i gruppi attivi in tale contesto, tutti potenzialmente interessati, come altri sodalizi napoletani, ai lavori per la bonifica del litorale di Bagnoli (zona ex Italsider). Tra questi, il clan D’AUSILIO conta un gran numero di affiliati detenuti, tra cui lo stesso capo clan – condannato all’ergastolo e sottoposto al regime penitenziario previsto dall’art. 41 bis o.p. – e i suoi due figli. Nelle stesse condizioni si trova il sodalizio GIANNELLI. Il gruppo ESPOSITO, il cui capo clan è detenuto e che sarebbe ora capeggiato dalla moglie, potrebbe aver aggregato personaggi un tempo legati alla famiglia GIANNELLI. A Fuorigrotta, non si registrano mutamenti del contesto criminale, se non per alcuni episodi che farebbero ipotizzare una frizione interna al sodalizio IADONISI-CESI, per il controllo delle piazze di droga e del racket dei parcheggi. A queste frizioni potrebbero essere ricondotte le esplosioni di colpi di arma da fuoco, avvenute il 5 ottobre 2018, in un’area a ridosso del Rione Lauro. A Soccavo si sono registrati agguati, sparatorie, danneggiamenti di autovetture ed abitazioni per il controllo del territorio, conteso tra più gruppi criminali. La situazione è stata resa più incandescente dalla presenza di elementi di spicco del clan VIGILIA, con base logistica e operativa al confine tra Soccavo e il Rione Traiano, che avrebbe contribuito a rafforzare le ambizioni di potere e di sopraffazione del gruppo rispetto ai clan rivali. I sucessivi arresti, eseguiti il 12 dicembre 2018 – in seguito all’emissione di un provvedimento cautelare del GIP presso il Tribunale di Napoli, eseguito dai Carabinieri – avrebbero posto un freno ai contrasti in atto. Il provvedimento ha riguardato affiliati e reggenti dei clan VIGILIA, SORIANIELLO e GRIMALDI: l’indagine ha documentato l’ascesa del sodalizio VIGILIA dopo la scissione dal gruppo GRIMALDI, consentendo, tra l’altro, di smantellare una rete di spaccio. Nel Rione Traiano sono presenti il gruppo PUCCINELLI-PETRONE e il sodalizio riferibile alla famiglia CUTOLO che, al momento, rappresenta la principale organizzazione operativa sul territorio. Il rinvenimento di numerose armi e munizioni è sintomatico di come i gruppi locali abbiano necessità di difendere la zona di competenza.

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La fontana di piazza Lauro a Sorrento trasformata in una piscina da turisti maleducati e residenti incivili. IL VIDEO

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“Ci sono stati segnalati diversi video che mostrano come alcune persone abbiano adibito a piscina la fontana costruita in piazza Angelina Lauro a Sorrento. Tra turisti maleducati e residenti incivili oramai, specie durante le ore notturne, è difficile scorgere la piscina senza che ci sia qualcuno all’interno della vasca. Purtroppo si tratta di una vasca ornamentale che è stata concepita male. Una spesa considerevole per realizzare un opera che non ha un grande valore artistico ma che serve solo a solleticare gli istinti dei maleducati che addirittura sono arrivati a fare il bagno di notte con dei bambini con tanto di salvagente”. Lo affermano il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e Rosario Fiorentino, membro dell’esecutivo nazionale del Vas.

Persone fanno il bagno nella fontana di piazza Lauro a Sorrento

La fontana di piazza Lauro a #Sorrento trasformata in una piscina da turisti maleducati e residenti incivili. Verdi e Vas: “Inaccettabile che si leda il decoro di un’area ad alta vocazione turistica. Addirittura si fanno il bagno di notte con i bambini”“Ci sono stati segnalati diversi video che mostrano come alcune persone abbiano adibito a piscina la fontana costruita in piazza Angelina Lauro a Sorrento. Tra turisti maleducati e residenti incivili oramai, specie durante le ore notturne, è difficile scorgere la piscina senza che ci sia qualcuno all’interno della vasca. Purtroppo si tratta di una vasca ornamentale che è stata concepita male. Una spesa considerevole per realizzare un opera che non ha un grande valore artistico ma che serve solo a solleticare gli istinti dei maleducati che addirittura sono arrivati a fare il bagno di notte con dei bambini con tanto di salvagente”. Lo affermano il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e Rosario Fiorentino, membro dell’esecutivo nazionale del Vas.

Publiée par Francesco Emilio Borrelli sur Vendredi 19 juillet 2019

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Napoli, rapina automobilista con coltello e revolver scenico: arrestato

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Napoli. Il 17 luglio scorso gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato San Giovanni- Barra hanno proceduto al fermo di polizia giudiziaria di un napoletano, già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato per rapina aggravata. L’uomo è stato bloccato nella sua abitazione, nel quartiere San Giovanni a Teduccio, dove sono stati rinvenuti un revolver di tipo scenico con 6 colpi e un coltello di 20 cm.Il 39enne, nella mattinata dello scorso 16 luglio in Corso Protopisani, armato di pistola, aveva rapinato un automobilista del borsello contenente la somma di 180 euro.L’uomo, già sottoposto dall’aprile 2019 alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali, è stato arrestato.

Cronache della Campania@2019

Agenti della Penitenziaria feriti nella Casa Circondariale di Arienzo

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Nella mattinata presso la Casa circondariale di Arienzo si è verificato un ennesimo episodio di violenza ai danni di agenti della Polizia Penitenziaria che evidenzia le carenze della struttura. Un detenuto ha dato in escandescenze causando addirittura la caduta del vetro divisorio della sala colloqui e ha successivamente usato i pezzi dello stesso per ferire due agenti prima di essere fermato. Uno dei due è attualmente ricoverato in ospedale con una prognosi di sette giorni per le ferite riportate mentre il collega è stato medicato nell’infermeria interna.
“I fatti avvenuti questa mattina – dichiara Luigi Capaccio, Segretario Generale della FP-Cgil di Caserta – portano drammaticamente alla luce le carenze infrastrutturali della Casa circondariale di Arienzo. Chiediamo con forza all’amministrazione penitenziaria di ristabilire tutte le misure di sicurezza richieste dalla legge per garantire la sicurezza e l’incolumità di agenti, visitatori, operatori e degli stessi detenuti. Vigileremo affinché tali episodi non avvengano più. Agli agenti feriti la solidarietà della FP-CGIL di Caserta”.

Cronache della Campania@2019

Napoletani scomparsi in Messico: giovedì gli indagati davanti al giudice

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Si terrà giovedì prossimo 25 luglio l’udienza durante la quale potrebbero essere rinviati a giudizio i quattro poliziotti messicani (Stato di Jalisco) indagati per la scomparsa dei tre napoletani Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, i due napoletani di cui si sono perse le tracce, insieme con Raffaele Russo, padre di Antonio e zio di Vincenzo, il 31 gennaio 2018. A renderlo noto è l’avvocato delle famiglie degli scomparsi Luigi Ferrandino. “Il giudice messicano Damian Campos Garcia – sottolinea Ferrandino – ha fissato l’udienza alle ore 13. E’ stato decisivo il sollecito del mio studio per ottenere la fissazione in tempi brevi dell’udienza. Siamo certi che la sensibilità, la sollecitudine e la professionalità mostrata sino ad ora dal giudice Garcia si confermi anche nel prosieguo del processo ottenendo di conseguenza da Emilio Martinez Garcia, Salomon Adrian Ramos Silva, Fernando Hernandez Romero e Lidia Guadalupe Lopez Arroyo informazioni utili al loro ritrovamento. Le famiglie dei miei assistiti sono in trepidazione e mi auguro di potere a stretto giro avere buone notizie”.

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Ischia, si imbarcano su traghetto con 1 chilo di hashish: arrestati due di Giugliano

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Due persone sono state arrestate dai carabinieri di Barano d’Ischia, nel napoletano, per detenzione di droga ai fini di spiaccio. I due, un 23enne ed un 29enne, entrambi di Giugliano e già noti alle forze dell’ordine, hanno tentato di imbarcarsi su di un traghetto per Ischia con 1 chilo di hashish nello zainetto. I militari di rientro da Napoli erano in fila per l’imbarco su un traghetto della linea Pozzuoli-Ischia. L’atteggiamento sospetto dei due ha attirato l’attenzione delle forze dell’ordine. Una volta saliti sul traghetto i militari li hanno avvicinati, identificati e perquisito i loro bagagli. All’interno di uno zaino 1 chilo di hashish suddiviso in 10 panetti da 100 grammi. I soggetti sono stati trasportati al carcere di Poggioreale di Napoli.

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